San Benedetto, l'onorevole Fede all'attacco: «La Risonanza sempre rotta spinge i pazienti dai privati»

L'onorevole Giorgio fede all'ospedale
L'onorevole Giorgio fede all'ospedale
di Laura Ripani
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Mercoledì 8 Novembre 2023, 01:40 - Ultimo aggiornamento: 14:57

SAN BENEDETTO - I continui guasti della Risonanza magnetica, all’ospedale di San Benedetto, diventano un caso nazionale. È, infatti, l’onorevole Giorgio Fede a contestare la politica amministrativa del governo Meloni e della giunta regionale marchigiana - dello stesso colore - che, non avrebbe fatto seguire «nulla oltre i proclami», avrebbe «promesso per poi tradire puntualmente». 


Le motivazioni

«In due anni - afferma il parlamentare sambenedettese - la sanità delle Marche è nettamente peggiorata e lo hanno scoperto i pazienti in fila ai pronto soccorso, chi deve attendere tempi lunghi anni per un esame diagnostico, nonché medici allo stremo, infermieri e Ooss che ancora aspettano nuove assunzioni, maggiori risorse, pagamenti di straordinari e produttività.

Altro che nuovi ospedali, anche cambiare una Risonanza magnetica che si rompe oltre 6 volte in 11 mesi è un problema». Fede quindi rivendica al suo partito, il Movimento Cinquestelle, e al presidente Giuseppe Conte l’aver fatto ottenere i soldi del Pnrr tramite i quali è previsto l’acquisto del nuovo macchinario ma «a quanto pare - affonda -, persino dover pensare al montaggio è un grosso problema per chi sa promettere ma non fare. Sempre più forte sale il dubbio che la scelta sia voluta per favorire la sanità privata che da queste condizioni ne giova con aumenti del fatturato ed utili per i suoi servizi, sulla pelle dei bilanci regionali e dei cittadini che debbono pagare due volte, con le tasse per una sanità pubblica che non viene fatta funzionare e per la sanità privata che debbono pagare per avere una prestazione». Il tutto - incalza Fede - nell’imbarazzante silenzio della destra del governo regionale incapace, del Governo Meloni che non solo non sa che le risorse della sanità si misurano in rapporto al Pil, ma taglia gli investimenti, e nel silenzio dei politici della destra locale che ancora fingono che tutto vada bene e che per farlo credere non avanzano proposte, soluzioni o denunce per l’ospedale Madonna del Soccorso». E se l’onorevole non lesina accuse, anche il sindacato Usb scende in polemica ma, dal suo canto, contro le altre sigle.

La decurtazione

«Ai dipendenti della Ast di Ascoli Piceno - sostiene il segretario Mauro Giuliani in una nota - il salario sarà decurtato 324mila euro. E questo perché Cgil, Cisl, Uil, Fials e Ugl avrebbero firmato «l’ennesimo accordo a perdere il 31 ottobre. Dal salario accessorio ogni lavoratore perderà circa 150 euro» e di questa decurtazione vengono appunto accusati i sindacati maggiormente rappresentativi che non farebbero, insomma, gli interessi dei propri associati ma sarebbero complici della direzione.

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