San Benedetto, traffico in aumento ma i dati della centralina Arpam non cambiano rispetto al lockdown. Cosa succede in via Asiago?

San Benedetto, traffico in aumento ma i dati non cambiano: non c’è differenza con gli anni del lockdown. Cosa succede?
San Benedetto, traffico in aumento ma i dati non cambiano: non c’è differenza con gli anni del lockdown. Cosa succede?
di Marco Braccetti
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Lunedì 3 Aprile 2023, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 11:20
SAN BENEDETTO Più traffico, stesso smog. Un autentico rompicapo emerge dai dati sulla qualità dell’aria sambenedettese, elaborati dalla centralina dell’Arpam. Il macchinario è collocato lungo via Asiago, all’interno del perimetro del palazzo municipale. Anche questa collocazione crea qualche interrogativo, ma lo vedremo più avanti. Intanto iniziamo con il dire che, dal 1° gennaio al 1° aprile di quest’anno, si sono registrati solo 4 giorni con concentrazioni di polveri sottili Pm10 oltre i livelli di guardia. 


L’ottimismo


In sé, un dato molto positivo. Nello stesso periodo del 2020, se ne registrarono 7. Solo 3 giornate di scarto se non fosse che, tre anni fa, per gran parte del periodo in esame, il traffico fosse praticamente azzerato, complice il lockdown generato dall’emergenza-Covid. Questo trend fa tornare d’attualità un approfondimento realizzato dell’ex consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Peppino Giorgini, che aveva preso in esame 69 giorni di lockdown, dal 9 marzo 2020 al 18 maggio 2020, confrontandoli con gli stessi giorni del 2019. «Ebbene - fu la conclusione di Giorgini - gli sforamenti sono esattamente gli stessi, 3, con una media-polveri quasi del tutto identica. Ma come è possibile tutto questo, visto che nel 2019 avevamo, come al solito, una media di circa 50mila veicoli giornalieri che circolavano in città, e circa 120mila veicoli sull’autostrada, compresi 20mila mezzi pesanti?».

Una (parziale) risposta potrebbe arrivare da un’analisi molto sofisticata realizzata dall’Arpam (Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche) che ha letteralmente scomposto i dati sulle polveri sottili per andare a caccia d’indizi sulle fonti inquinanti. Secondo questo report, il traffico (dunque le emissioni dei mezzi a motore) conti solo per il 34% all’inquinamento, mentre il riscaldamento incide per il 39%. Altri fattori contribuiscono per il restante 27%. 


Le conclusioni


Semplificando al massimo: in Riviera le caldaie inquinano più delle auto. Certo: lo scarto percentuale è minimo, quindi apparentemente insufficiente a giustificare la sostanziale sovrapponibilità degli sforamenti tra lockdown e normalità. L’argomento è spinoso ed è difficile arrivare ad una verità assolute. In generale: è che l’attuale collocazione della centralina è sicuramente più distante da fonti inquinanti rispetto a dove stava fino al 2013, ossia lungo la Statale 16, in zona Cerboni. Nel corso degli ultimi anni, qualche consigliere comunale aveva chiesto di individuare una collocazione diversa (più adeguata a fotografare la reale portata dello smog urbano) ma poi non si è fatto mai nulla di concreto.

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