Ascoli, crac Santarelli per quasi 300 milioni. Tutte le parti civili accolte dai giudici

Fra di loro il fondo americano Cerberus che deteneva la maggioranza dei debiti del gruppo

Crac Santarelli per quasi 300 milioni. Tutte le parti civili accolte dai giudici
Crac Santarelli per quasi 300 milioni. Tutte le parti civili accolte dai giudici
di Luigi Miozzi
2 Minuti di Lettura
Giovedì 26 Ottobre 2023, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 11:19
ASCOLI Sono state rigettate le istanze di eccezioni procedurali avanzate dai difensori dei sei imputati finiti a processo per il crac del gruppo Saco (Santarelli) per quasi trecento milioni di euro. Nel corso della prima udienza davanti ai giudice del collegio del tribunale di Ascoli, sono state sollevate le eccezioni sulla costituzione della parti del fondo americano Cerberus che deteneva la maggioranza dei debiti del gruippo Saco, della società Lady Moon, sempre riconducibile allo stesso fondo e specializzata nella cartolarizzazione della Saco, e la curetela fallimentare.  


La camera di consiglio


Al termine della camera di consiglio, i giudici hanno deciso di rigettare le istanze dei difensori e ammettere tutte le parti civili. A processo è finito Pietro Santarelli, in qualità di presidente della Saco oltre che presidente e amministratore di altre società partecipate dalla stessa società fallita o comunque riconducibili al gruppo. Con lui anche i figli Felice, in quanto componente del cda e amministratore delegato della Saco, e Susi, anche lei finita sotto inchiesta per aver fatto parte del consiglio di amministrazione della società fallita. Tutti e tre devono rispondere dell’accusa di bancarotta fraudolenta patrimoniale aggravata per distrazione, poiché, sempre secondo quanto sostenuto dalla Procura nella richiesta di rinvio a giudizio, in un periodo in cui «era chiaro e conclamato il dissesto della Saco e in vista di possibili azioni esecutive da parte dei creditori, distraevano dal patrimonio della Saco attività patrimoniali e finanziarie» . 


Le accuse


Nei loro confronti, è stata formalizzata anche l’accusa di bancarotta preferenziale per aver effettuato pagamenti a discapito della “par condicio creditorum” per circa 8,5 milioni di euro e di bancarotta patrimoniale aggravata impropria da reato societario per aver esposto fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero, incrementando di conseguenza il deficit patrimoniale della Saco per circa 98 milioni di euro. Davanti al giudice, poi, sono finiti anche i tre componenti del collegio sindacale: Marcello Testa, Alessandro Tassoni e Bruno Formichetti, ciascuno per il periodo in cui hanno ricoperto l’incarico, perché, secondo quanto sostenuto dalla Procura di Ascoli, pur essendo a conoscenza dello stato di dissesto, avrebbero dato parere favorevole nelle loro relazioni. Stando alla ricostruzione fatta dagli inquirenti, Pietro Santarelli e i figli attraverso la “Pietro Santarelli & C.” detenevano l’intero pacchetto azionario della Saco dichiarata fallita dal tribunale di Ascoli il 27 novembre 2019 che a sua volta deteneva partecipazioni in una serie di società: Inergia, Edilsan, Italsamo, Deventer, Preneste, Italmarket, le ultime due dichiarate fallite in estensione al fallimento Saco.  

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA