Ascoli, l’amarezza di Natalini nella giornata per ricordare le vittime Covid: «Prima ci chiamavano eroi ora invece ci attaccano»

Ascoli, l’amarezza di Natalini nella giornata per ricordare le vittime Covid
Ascoli, l’amarezza di Natalini nella giornata per ricordare le vittime Covid
di Cristiano Pietropaolo
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Martedì 19 Marzo 2024, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 12:24

ASCOLI Nel pomeriggio a Palazzo dei Capitani si è svolta la cerimonia per ricordare le vittime del Covid.« Prima ci hanno chiamato eroi, poi ci hanno attaccato, ma noi che abbiamo sempre lavorato, sappiamo che ci meritiamo molto - ha detto la direttrice generale dell’Ast, Nicoletta Natalini- . In tanti hanno lavorato per sconfiggere il virus, come i volontari, i veterinari, le farmacie e tutti quelli che hanno potuto aiutarci a ricordare quei momenti. Anche io, nella mia esperienza in Emilia Romagna, ricordo che in un giorno abbiamo dovuto 145 persone collegate ad un ventilatore in un solo giorno, con soli 18 posti di terapia intensiva a disposizione».  Il sindaco Marco Fioravanti ha aggiunto che «chi strumentalizza la salute per ragioni politiche, non sta facendo bene alle persone e ai lavoratori. Mi dispiace questo atteggiamento che è lontano dalle problematiche che si vivono negli ospedali. Il disegno che sta andando avanti è quello di un’azienda sanitaria su due plessi, pensando anche alla divisione delle specialità. E’ un lavoro molto importante» ha ricordato l’ex direttore dell’Area Vasta 5 Cesare Milani

Il dramma

«Era un momento drammatico, quando abbiamo affrontato questa situazione. L’ospedale di San Benedetto non era pronto, ma abbiamo fatto dei cambiamenti importanti». « Pensavamo che questa pandemia non sarebbe mai arrivata da noi, ma ci siamo riorganizzati chiedendo il contributo di tutti i professionisti del nostro dipartimento che si sono subito resi disponibili- spiega il direttore del Dipartimento di prevenzione di Ast Ascoli Claudio Angelini - Il lavoro di ricerca dei contatti dei casi positivi è stato molto difficoltoso, abbiamo lavorato circa 14 ore al giorno».

Il primario del Pronto Soccorso del Mazzoni Gianfilippo Renzi ha utilizzato un suo avatar digitale per raccontare la sua esperienza «Molte persone hanno trascorso le loro ultime ore di vita senza essere a contatto con i loro cari. Non si poteva dare nemmeno l’ultimo saluto ai propri cari, la salma veniva seppellita con i dispositivi della terapia intensiva ancora addosso. Non c’era nessuna umanità e dignità in quel momento. Parole come guerra ricorrevano sempre, in una battaglia contro un nemico invisibile che ha generato paura e preoccupazione. Le parole casa e famiglia erano le parole che mi rassicuravano di più, come rifugio da tutto quel male ». In prima linea anche Federico Tirabassi, Antonio Fortunato, Anna Graziella Agatiello, Luigi Coccia, Ida Di Giacinto, Luciano D’Angelo direttore fisica sanitaria aziendale che ha parlato in qualità di paziente che ha vissuto la gravità della malattia).

Il minuto di silenzio

All’auditorium Tebaldini di San Benedetto un minuto di silenzio per ricordare il medico Luciano Giorgi scomparso a causa del Covid-19. Infine, la parola è passata agli operatori sanitari impegnati in prima linea durante la pandemia (Aurora Luciani, Giuseppina Petrelli, Masha Parisciani, Riccardo Pela, Monica Neroni, Caterina Ceccarani, Roberto Gobbato, Mario Sfrappini, Domenico Sabatini).

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