L'appello dell'ex presidente: «Un errore cancellare del tutto il Carnevale, gli ascolani sono troppo depressi»

Il Carnevale di Ascoli è una tradizione sempre molto sentita
Il Carnevale di Ascoli è una tradizione sempre molto sentita
di Filippo Ferretti
3 Minuti di Lettura
Sabato 9 Gennaio 2021, 05:55

ASCOLI - «Il Comune non può cancellare del tutto Il Carnevale ascolano 2021». Con questo appello, uno dei mattatori storici della kermesse in maschera, nonché ex presidente dell’associazione “Il Carnevale di Ascoli” evidenzia uno dei rischi maggiori di quest’anno per la città a causa della pandemia.

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Alessandro Spadea, pur essendo consapevole dell’impossibilità di poter svolgere il tradizionale concorso dei gruppi mascherati che si sarebbe dovuto tenere fra circa un mese, in quanto foriero di pericolosi assembramenti e di situazioni in grado di facilitare il contagio del Covid, ritiene senza mezzi termini che possa essere controproducente negare completamente l’atmosfera carnascialesca. 


La speranza
In pratica, secondo Spadea, sopprimendo del tutto il Carnevale verrebbe meno la speranza collettiva di una ripresa, di un sollievo e deprimerebbe ancora di più gli ascolani. «Anche se la Quintana non ha avuto luogo, le bandiere dei sestieri non sono mancate la scorsa estate, così come a Natale le luminarie erano presenti in piazze e strade del centro storico nonostante la cancellazione di tutti gli eventi» sottolinea Spadea che da sempre vive visceralmente il Carnevale, certo che i lampadari speciali non debbano mancare neppure stavolta. «Soprattutto quest’anno devono esserci, per lasciare credere alla comunità che la tradizione possa continuare nonostante tutto» aggiunge Alessandro Spadea, convinto che possa essere frequente negli irriducibili la voglia di uscire in centro nei giorni canonici, magari con cappellino e trombetta.

Secondo l’ex presidente dell’associazione “Il Carnevale di Ascoli”, quando fu soppresso il concorso riservato ai gruppi mascherati, nell’edizione del 1991 per rispetto dei morti nella Guerra del Golfo, ci furono comunque iniziative personali, a partire da quelle delle immancabili macchiette. «So per esperienza che, quando si sopprime del tutto qualcosa di importante e faticosamente costruito nel tempo, come nel caso del Carnevale ascolano, farlo riprendere allo stesso livello sarebbe molto difficile» prosegue, ricordando anche le difficoltà.


Le spese
La palla passa nella metacampo dell’Arengo che ogni anno dispone per l’allestimento degli sfavillanti lampadari in centro ( 40 mila euro), abbia deciso di provvedere ai preziosi addobbi pur in assenza del concorso in maschera. Per quanto riguarda le recenti luminarie natalizie, il primo cittadino Marco Fioravanti ne giustificò la parziale presenza nel cuore della città affermando che una parte della somma risparmiata sarebbe andata alle tante famiglie in difficoltà economica. «Lasciare almeno le luci anche quest’anno sarebbe un atto dovuto, di fiducia, in un momento così psicologicamente difficile per tutti » conclude Spadea, anche pensando che vari irriducibili ascolani, così come accadde 30 anni fa, di non esibirsi. Ok alla mascherina, purchè carnascialesca.

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