Sicurezza nelle scuole, i genitori preoccupati scrivono al prefetto: «Siamo pubblicati dati sui rischi sismici»

La scuola D'Azeglio
La scuola D'Azeglio
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Venerdì 18 Novembre 2022, 05:15

ASCOLI  - «Vogliamo sapere a quale rischio esponiamo gli studenti». Il Comitato scuole sicure chiede dati certi e precisi sulla valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici scolastici di Ascoli. Il Cssap ha inviato una richiesta al prefetto Carlo De Rogatis affinché si attivi per acquisire i dati e renderli pubblici.

«Chiediamo - si legge nella missiva firmata dal presidente del Comitato Enrico Gaspari - che (il prefetto, ndr) intervenga con urgenza.

Le valutazioni sono rese obbligatorie dall’Ordinanza del presidente del Consiglio dei Ministri del 2003 i cui termini sono scaduti il 31 dicembre 2021». Gaspari aggiunge: «Nella notte del 6 aprile 2009, un violento terremoto colpì L’Aquila. Otto ospiti della Casa dello studente persero la vita nel crollo del palazzo. Le perizie effettuate su incarico del Tribunale individuarono carenze progettuali ed esecutive. Carenze mai sanate, scoperte e neppure indagate nei molteplici interventi durante i 44 anni di vita dell’immobile. Inoltre, con la sentenza del 9 ottobre 2022 il Tribunale civile dell’Aquila riconosce un “concorso di colpa delle vittime, costituendo obiettivamente una condotta incauta quella di trattenersi a dormire nonostante il notorio verificarsi di varie scosse tra il 5 e il 6 aprile 2009. Secondo il giudice avrebbero dovuto sospettare di essere in una struttura non adeguata che avrebbe potuto collassargli addosso. Giornalmente noi genitori inviamo i nostri figli, quasi sempre minorenni, a scuola e non abbiamo informazioni circa la reale vulnerabilità in caso di sisma delle strutture e non conosciamo il livello di esposizione al pericolo. Queste informazioni sono indispensabili per mettere i genitori nella condizione di decidere se ritirare o meno i figli da scuola in caso di terremoto e per risparmiarli dalla mortificante accusa di essere corresponsabili della morte dei propri figli». 

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