Precariato e carenza di personale, i sindacati chiudono la porta alla commissaria Ast: «Nessun incontro»

Precariato e carenza di personale, i sindacati chiudono la porta alla commissaria Ast: «Nessun incontro»
Precariato e carenza di personale, i sindacati chiudono la porta alla commissaria Ast: «Nessun incontro»
di Luigi Miozzi
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Mercoledì 11 Gennaio 2023, 03:45

ASCOLI - «Non parteciperemo all’incontro di martedì convocato dal commissario straordinario dell’Ast, Vania Carignani». I rappresentati della maggioranza di sigle sindacali e della Rsu dell’ex Area vasta 5 hanno deciso di non presentarsi alla riunione in cui è previsto solo un passaggio formale di presentazione voluto dal neo commissario: «A meno che - sottolineano i sindacati - nel frattempo, non venga modificato l’ordine del giorno e venga inserito tra i punti in discussione anche quello che riguarda le criticità del personale sanitario che ormai da anni sono costretti a subire disparità di trattamento economico, la restituzione dei 495mila euro prelevate dalle risorse del salario accessorio e il mancato rispetto degli accordi sottoscritti che hanno determinato già da tempo uno stato di agitazione». 


Il presidio

E, per ribadire le loro ragioni, Cgil, Cisl, UIl, Fials e Ugl insieme con la Rsu aziendale hanno organizzato, in concomitanza con l’incontro con il commissario straordinario, un presidio davanti alla palazzina dell’ospedale Mazzoni che ospita la direzione sanitaria. «Ci ritroviamo qui ancora una volta perchè la problematica dell’incapienza dei fondi che abbiamo sollevato circa sei mesi fa non è stato ancora risolto - dice Paolo Grassi, coordinatore Rsu dell’ex Area vasta 5 -.

Non solo non è stato rispettato l’accordo siglato a febbraio dello scorso anno ma ci troviamo davanti ad un ulteriore splafonamento per l’anno in corso. Purtroppo, ad oggi non abbiamo un piano del fabbisogno del 2023 e quindi non siamo nelle condizioni di sapere se i contratti a tempo determinato in scadenza tra qualche mese verranno rinnovati». «Il 20 dicembre - ricorda Giorgio Cipollini della Cisl l’assessore Saltamartini ci rassicurò che, al massimo entro i primi giorni di gennaio, sarebbe stati disposti fondi aggiuntivi per il Piceno. Ad oggi, non è accaduto». Crescono i timori anche in virtù del passaggio dall’Asur all’Azienda sanitaria territoriale Ast): «A nostro avviso - sostiene Cipollini - il sistema adottato sarà sicuramente più oneroso e, considerato che la sanità impegna già l’85% del bilancio regionale, temiamo che ci possa essere una razionalizzazione della spesa. E l’impressione è che il nostro sia un territorio votato al sacrificio perchè più debole anche perchè poco rappresentato a livello politico». 

I servizi

I sindacati, dunque, prevedono un futuro a tinte fosche per la sanità del Piceno schiacciato da un lato dalla prossima inaugurazione del nuovo ospedale di Fermo e dall’altro dalla realizzazione a Teramo di un nosocomio di secondo livello che di fatto potrebbe mettere fine anche alla mobilità attiva degli ospedali di Ascoli e San Benedetto. «In venti anni, sono cambiate le giunte regionali ma i problemi della sanità non sono stati risolti» rimarca Roberto Fioravanti della Cgil.

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