Licenze food, ecco cosa cambia nel piano se alcune attività chiuderanno o se invece resteranno vive sul mercato

Licenze food, ecco cosa cambia nel piano se alcune attività chiuderanno o resteranno vive sul mercato
Licenze food, ecco cosa cambia nel piano se alcune attività chiuderanno o resteranno vive sul mercato
di Luca Marcolini
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Lunedì 13 Giugno 2022, 04:30

ASCOLI  - La rimodulazione delle regole per rivitalizzare il commercio ad Ascoli, con l’Arengo che prepara lo stop a nuove attività nel settore del food, ovvero bar e ristoranti, per i prossimi due anni, raccoglie riscontri positivi anche delle associazioni di categoria o quelle rappresentative degli operatori commerciali.

E proprio da Marco Di Sabatino, presidente di Wap (sigla che raccoglie numerosi titolari di attività in centro storico), arriva anche un suggerimento all’Amministrazione comunale per mantenere comunque un’offerta commerciale mai inferiore, in prospettiva, a quella attuale nel cuore della città. 


Una proposta secondo cui si potrebbe comunque consentire, anche dopo che si formalizzerà lo stop ufficiale a nuove attività del food, comunque di consentire eventuali aperture anche in quel settore qualora dovesse malauguratamente chiudere qualcuno degli attuali pubblici esercizi presenti in centro.

Un’ipotesi, dunque, per non andare ad abbassare l’attuale offerta commerciale qualora a fronte di chiusure non dovessero corrispondere nuove aperture in altri settori. 


«L’iniziativa dell’Amministrazione comunale – spiega il presidente di Wap – con un freno alle nuove attività del settore food per evitare una saturazione, incentivando invece l’apertura di nuove tipologie commerciali che attualmente sono più carenti e che comunque vadano a qualificare ulteriormente l’offerta è sicuramente positiva. Da questo punto di vista, in ogni caso, si potrebbe ulteriormente prevedere, a fronte dell’annunciato stop per due anni delle autorizzazioni per nuovi pubblici esercizi e locali, un’integrazione possibile con la concessione di nuove aperture, sempre nel food, nel caso in cui l’attuale offerta nel settore stesso dovesse diminuire a fronte di eventuali chiusure di bar o ristoranti».

«In altre parole,- prosegue Di Sabatino – si dovrebbe comunque evitare, a mio avviso, che si abbassi l’attuale proposta sul fronte del food che direziona la città in ogni caso verso un miglioramento dell’accoglienza turistica. Quindi, si potrebbe comunque garantire, pur mettendo uno stop alle nuove aperture, di poter derogare con nuove aperture sempre nel food per reintegrare eventuali serrande abbassate nello stesso settore. Mantenendo, quindi, sempre il livello attuale ed evitando, quindi, che il centro possa gradualmente svuotarsi anziché potenziarsi. Così come magari si potrebbero prevedere deroghe per attività pur se nel settore food molto innovative e in grado di rafforzare anche l’attrattività del centro. Poi è giusto che, nel frattempo, l’obiettivo principale sia proprio quello di assortire ulteriormente le proposte commerciali con quelle tipologie no food che attualmente mancano o sono in minor numero».


Proprio l’Arengo ora, dopo aver coinvolto per eventuali suggerimenti proprio le associazioni di categoria o comunque rappresentative dei commercianti, con il sindaco Fioravanti e l’assessore Stallone si appresta a definire il nuovo regolamento che, comunque, vorrebbe arrivare ad approvare entro la fine di giugno. Una rimodulazione che, oltre allo stop sperimentale per due anni di nuove aperture nel settore food, prevedrà anche delle agevolazioni fiscali per tre anni per le nuove attività “no food” che apriranno in centro, sulla scorta di un vero e proprio censimento in corso che definirà con precisione il numero delle attività presenti e la loro tipologia.

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