Il direttore generale Gozzini rimuove Maraldo, direttore amministrativo a Torrette: «Notavo un clima diverso intorno a me»

Il direttore generale Gozzini rimuove Maraldo, direttore amministrativo a Torrette: "Notavo un clima diverso intorno a me"
Il direttore generale Gozzini rimuove Maraldo, direttore amministrativo a Torrette: "Notavo un clima diverso intorno a me"
di Maria Cristina Benedetti
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Mercoledì 1 Marzo 2023, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 15:09

ASCOLI La logica dello spoils system prevale sulle ragioni della meritocrazia. La prassi politica, in virtù della quale gli alti dirigenti della pubblica amministrazione si alternano con il cambiare del governo, non risparmia Torrette: l’ospedale migliore d’Italia azzera i vertici che lo condussero a ottenere il prestigioso riconoscimento dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.

Via prima il direttore generale, Michele Caporossi, nominato dalla giunta regionale di centrosinistra guidata da Luca Ceriscioli; da ieri è fuori anche il direttore amministrativo, espressione diretta dell’ex dg. Antonello Maraldo, (ascolano residente a Grottammare) con una lettera formale e neppure 24 ore di preavviso, non è stato riconfermato nell’incarico che sosteneva da sette anni e che avrebbe potuto ricoprire fino a dicembre del 2024. Unica concessione: rimarrà altre due settimane presidente della Fondazione Salesi, che affianca il presidio materno-infantile, per approvare il bilancio consuntivo 2022.

Al suo posto arriva Cinzia Cocco.


Lo strappo

Armando Gozzini, dallo scorso primo febbraio all’apice dell’azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche, cancella definitivamente la passata governance. Con un laconico «decisione dall’alto», nel tardo pomeriggio di lunedì, si è consumato lo strappo. Il dg che è arrivato da Palazzo Raffaello, dov’era direttore del Dipartimento della Salute, prima ancora lo era stato nell’azienda ospedaliera di Gallarate: aveva avuto un incarico anche nello staff medico del Milan ed era stato assessore esterno del Comune di Segrate dal 1996 al 2007, quando la giunta aveva i colori del centrodestra. Accantona l’amarezza, Maraldo non intende infilarsi nel vicolo cieco del rancore. «Non era nell’aria, ammetto tuttavia che mi circondava un clima d’incertezza». Con la voce che tradisce la nostalgia, rammenta: «Domani (oggi, ndr) sarebbero stati sette anni». Era il 1° marzo del 2016 quando arrivò, con la formula dell’aspettativa, nella cittadella sanitaria di Ancona da Teramo, dove per cinque anni era stato all’Inail, dove da oggi tornerà a operare nella stessa città, nonostante abbia ricevuto proposte da ospedali di altre regioni. Prima ancora, in forza all’Asur, zona territoriale di Ascoli, dal 2005 al 2009 aveva già ricoperto l’incarico di direttore amministrativo all’ospedale Lanciano-Vasto, l’esordio di quell’agire in coppia con Caporossi che anche allora era il direttore generale Ricorda solo il meglio della storia che s’è appena conclusa, Maraldo: «Ringrazio medici, infermieri, operatori sanitari, amministrativi. Per sette anni mi hanno concesso il privilegio di operare con una squadra forte e coesa».

Il tempo

Afferma ciò che era in principio: «Il tempo della mia permanenza qui, a Torrette, lo dividerei in due epoche: prima e dopo il Covid». Procede nel catalogare memoria e impegno: «Nella fase iniziale abbiamo revisionato il processo amministrativo e la fase concorsuale del personale. Sul lato sanitario ci siamo garantiti i migliori professionisti. Abbiamo costruito le basi per resistere». Dà seguito alla narrazione: «Dall’emergenza-pandemia siamo usciti provati ma più consapevoli». Arriva all’epilogo: «Il sistema aveva tenuto, siamo stati riconosciuti come l’ospedale migliore d’Italia». E ora qualche altra Regione (due, almeno) potrebbe prenderlo e sfruttare le sue competenze fuori dal comune. 

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