Non c'è luce in fondo al tunnel della Salaria: il Tar decreta lo stop almeno fino a ottobre

Non c'è luce in fondo al tunnel della Salaria: il Tar decreta lo stop almeno fino a ottobre
Non c'è luce in fondo al tunnel della Salaria: il Tar decreta lo stop almeno fino a ottobre
di Luca Marcolini
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 16 Giugno 2021, 10:07

ASCOLI - Il cantiere milionario sulla Salaria, nel tratto tra Acquasanta Terme e Trisungo, rischia di restare ancora al palo fino ad ottobre. Nell’udienza dello scorso 26 maggio, con successiva ordinanza del 1 giugno, il Tar ha, infatti, scelto di rinviare al 20 ottobre (per favorire l’accesso a tutta la documentazione da parte del ricorrente) ogni decisione sul nuovo appalto dell’Anas dopo il fallimento dell’impresa Carena.

Tutto questo a seguito dell’azione intrapresa nel marzo scorso da un’impresa che, esclusa dalla gara di appalto, aveva deciso di ricorrere al Tribunale amministrativo per chiedere l’annullamento delle procedure. E così la lunga telenovela di un’opera tanto attesa quanto complicata sul fronte procedurale si arricchisce di una ulteriore nuova puntata. L’unica opera di così grande impatto economico sul territorio piceno - parliamo di oltre 80 milioni di euro iniziali ed ora 65 milioni circa – resta, dunque, ancora in sospeso dopo lunghi anni di attesa nella fase propedeutica e, paradossalmente, anche dopo altri 4 anni dal primo appalto dei lavori poi bloccato addirittura da un fallimento dell’impresa. 
La decisione del Tar 
Sulla base del ricorso presentato nel marzo scorso da un’impresa esclusa dall’Anas dalla gara di appalto per il tratto piceno della Salaria, il Tar di Roma, dopo aver analizzato la situazione e la documentazione, ha deciso di rinviare al 20 ottobre una decisione nel merito, riguardo la richiesta di annullamento delle procedure che avevano portato alla nuova aggiudicazione nello scorso mese di gennaio. Ovvero circa 3 mesi dopo il blocco del cantiere per il fallimento dell’impresa Carena, che aveva realizzato il 38% dei lavori. Il Tribunale amministrativo ha infatti richiesto all’Anas, in quanto ente gestore della gara di appalto, di consentire alla società ricorrente l’accesso agli atti di gara. Per poi arrivare ad esprimersi nel merito della vicenda, come detto, ad ottobre. A questo punto, quindi, si dovrebbe attendere il pronunciamento dei giudici amministrativi romani per poter capire come evolverà la situazione. C’è ancora, dunque, da superare – in un senso o nell’altro – l’ostacolo giuridico-amministrativo che sta rallentando i tempi per la ripresa dei lavori. Va detto che inizialmente il Tar romano ha respinto la richiesta di sospensione delle procedure, non rinvenendone i presupposti, e quindi l’Anas potrebbe teoricamente anche procedere con la consegna del cantiere, pur sempre con il rischio di dover poi fare un eventuale passo indietro in caso di pronunciamento dei giudici per uno stop alla gara. 
I lavori
L’intervento nel tratto tra Acquasanta Terme e Trisungo, nel complesso, riguarda un ammodernamento tra il chilometro 151 e il chilometro 153,780, della Salaria e interessa i territori comunali di Arquata e Acquasanta. Eseguito in parte, per il 38%, dall’impresa poi fallita, l’opera consiste in un intervento radicale – come riportato nel progetto esecutivo dell’Anas «per conformare le caratteristiche del tratto stradale che fa parte dell’itinerario Roma-Ascoli, agli incrementati livelli di traffico registrati, al fine di assicurare un adeguato servizio, in piena sicurezza stradale». Il tratto in questione è di circa 2,6 chilometri, oltre a 100 metri di raccordo con la viabilità esistente in direzione Roma, e di fatto, una volta completato, lascerà inalterata la percorribilità dell’attuale tratto di Salaria che, però, diventerà ad uso esclusivamente locale. Il tracciato è quasi completamente in galleria. La piattaforma stradale finale sarà di 10,50 metri, con una corsia per senso di marcia e le banchine laterali. 
I dispositivi
La galleria Trisungo (di oltre 1.800 metri) sarà poi dotata di dispositivi tecnologici di sicurezza all’avanguardia e di un cunicolo di emergenza per la via di fuga, collocato al di sotto del piano viabile.

Era stata prevista anche la realizzazione del nuovo svincolo di Trisungo per l’interconnessione della nuova infrastruttura con la viabilità esistente, compatibile con un traffico veicolare pesante.

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