Doccia gelata su Africano, la nomina del presidente dell'Autorità portuale bocciata in commissione al Senato. Lega astenuta, silenzio Fi

Doccia gelata su Africano, la nomina del presidente dell'Autorità portuale bocciata in commissione al Senato. Lega astenuta, silenzio Fi
Doccia gelata su Africano, la nomina del presidente dell'Autorità portuale bocciata in commissione al Senato. Lega astenuta, silenzio Fi
di Andrea Taffi
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Mercoledì 16 Giugno 2021, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 17 Giugno, 09:10

ANCONA - Gli esperti conoscitori di Transatlanico dicono che è una cosa (quasi) mai vista. La bocciatura del nuovo presidente dell’Autorità di Sistema Adriatico centrale Matteo Africano avvenuta ieri pomeriggio in Commissione Lavori Pubblici in Senato è materia per entomologi applicati ai regolamenti parlamentari.

Nove voti contro, sei a favore (5 grillini più il FdI Ruspandini), cinque astenuti (tra cui i 4 della Lega) sono i numeri del rovescio in cui incappa il giovane ingegnere di Roma e, soprattutto, i governatori che avevano concordato con il ministro delle Infrastrutture Giovannini, la nomina di Africano, Acquaroli e Marsilio.

Se la Lega si è astenuta , anche Forza Italia-Udc (4 membri, tre presenti) ha tirato i remi in barca alla grandissima.


Il rovescio per Fratelli d’Italia
Sullo sfondo c’è anche M5S che ha portato Africano, per il tramite della sindaca di Roma Raggi, in comitato di gestione a Civitavecchia. Ora, con pieno rispetto dei grillini, il colpo secco è per Fratelli d’Italia che a questo punto attende con ansia il voto di questa mattina in commissione Trasporti alla Camera. «Il colpo sarà per il ministro Giovannini, è lui che lo ha nominato - puntualizza il commissario Fdi delle Marche Prisco allargando le braccia - non mi risulta che su questa scelta ci sia stata interlocuzione con il partito». Facciamo notare a Prisco che il Mit ha deciso di intesa con le Regioni, come dice la legge: «Intesa sì ma non lo abbiamo scelto - continua Prisco -. E comunque in una logica di discontinuità la scelta di Africano ci stava». Certo un ramo del Parlamento che sconfessa la scelta di un ministro tecnico (considerato vicino al Pd, ma pur sempre tecnico) ha un valore pesantemente simbolico in un passaggio generalmente considerato scontato. 


Le parole del governatore
Il governatore Acquaroli ieri sera ha postato un messaggio sibillino su Facebook. Ora rischia di rimanere con il cerino in mano. «Esprimo la mia perplessità su tutta la vicenda che sta bloccando da mesi una infrastruttura così importante. La Regione Marche ha anche dato l’intesa sulla proposta del Ministro per agevolare una soluzione di larghe intese, nonostante tale proposta non fosse di diretta emanazione». In realtà, la scelta di larghe intese sarebbe stata quella di Giampieri (dalla Lega al Pd, anche se non proprio compatto) mentre con M5S già su Africano aveva sorpreso la mossa di Fratelli d’Italia di mettere il cappello sul giovane ingegnere di Roma. 


La audizioni alla Camera
Proprio il Pd ieri ha provato a soffiare sulla confusione che si è creata. Alessia Morani ha chiesto «un ripensamento su questa designazione. Non è questione di bandierine di partito ma di competenze e curricula all’altezza». Prisco rimanda le frecciatine al mittente: «Ho letto quel che ha detto la Morani... se la prendesse con Letta. Giovannini è considerato vicino a loro, mica a noi. La Lega astenuta? chiedete a loro». E proprio su questo ha messo il sale M5S: «rimangono dubbie le motivazioni di Forza Italia e l’astensione della Lega. Si evidenzia uno scollamento tra la destra in Parlamento e quella in Regione dato che, sebbene i presidenti siano entrambi espressione di Fratelli D’Italia, le giunte regionali hanno al loro interno membri sia della Lega che di Forza Italia».

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