Ascoli, business del "Caro estinto":
pompe funebri a giudizio per le fatture

Ascoli, business del "Caro estinto": pompe funebri a giudizio per le fatture
di Francesco Massi
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Giovedì 10 Ottobre 2019, 04:35

ASCOLI - Fatture per merce mai consegnata o d’importo inferiore rispetto al reale pagamento ricevuto. Sono queste le accuse rivolte un grossista e otto titolari di agenzie di pompe funebri di Ascoli Piceno e provincia, finiti a giudizio presso il tribunale ascolano.

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Il tutto è partito da un’indagine della Guardia di finanza che ha acceso i riflettori sull’attività del grossista, che vendeva articoli funerari a varie agenzie di pompe funebri, ritenuto dall’accusa un evasore totale. Le indagini però sono state estese anche agli acquirentii. L’ipotesi accusatoria infatti è che il grossista avrebbe emesso fatture per operazioni inesistenti, ovvero senza aver consegnato la merce, e così facendo avrebbe potuto evadere l’Iva e consentire agli altri di evadere le imposte, oltre che l’Iva, perché avrebbero portato in detrazione nelle dichiarazioni annuali sull’imposta dei redditi degli elementi passivi che la procura ritiene fittizi. 
 
All’udienza preliminare, tenuta davanti al gup Rita De Angelis, sono stati discussi tutti i casi con la presenza anche di un testimone, un collaboratore del grossista, le cui dichiarazioni sono state acquisite. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di otto imputati, a cominciare dal grossista, mentre Alessandro Simonetti, titolare dell’agenzia comunanzese “Onoranze funebri dei Sibillini”, è stato assolto pienamente perché il fatto non sussiste. Infatti nell’udienza il difensore di Simonetti, l’avvocato Olindo Dionisi, è stato l’unico a chiedere il rito abbreviato. Ciò è stato possibile in quanto supportato da una corposa documentazione, presentata antecedentemente, nella quale, in base alla ricostruzione minuziosa fatta dal legale e dall’imprenditore, si dimostrava nei particolari che Simonetti aveva ricevuto la merce e aveva pagato con assegni le relative fatture emesse. Quindi con una dimostrazione impeccabile di regolarità delle operazioni effettuate. Il giudice, nella motivazione contestuale all’assoluzione di Simonetti, ha dato atto di tutta la documentazione fornita dall’avvocato Dionisi, dove si dimostra, senza ombra di dubbio, che la consegna della merce è avvenuta e le fatture sono state pagate in modo tracciabile, ovvero con assegno. L’operazione era quindi esistente, dunque fatture e pagamenti regolari. 

Per tutti gli altri è scattato il rinvio a giudizio in quanto non è stato chiesto il rito abbreviato da parte dei legali degli imputati. Ciò in quanto, probabilmente, non supportati, almeno al momento, da documentazioni adeguate per sostenere fino in fondo la regolarità delle operazioni.

Per gli otto rinviati a giudizio l’udienza si terrà il prossimo 9 marzo 2020.

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