L’Asur riceve segnalazioni su imprese non in regola con la formazione degli operai: appalti del terremoto finiscono sotto la lente

L’Asur riceve segnalazioni su imprese non in regola con la formazione degli operai: appalti del terremoto finiscono sotto la lente
L’Asur riceve segnalazioni su imprese non in regola con la formazione degli operai: appalti del terremoto finiscono sotto la lente
di Mario Paci
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Martedì 22 Febbraio 2022, 06:15

ASCOLI  - Fra sismabonus, superbonus e altri incentivi le zone terremotate sono state inondate da una fiume in piena di finanziamenti per la ricostruzione. Dopo anni di paralisi amministrativa collegata alle pastoie burocratiche finalmente con l’arrivo del nuovo commissario alla ricostruzione, Legnini, i cantieri stanno aprendo come funghi da Arquata, ad Acquasanta e più in generale in tutti i centri colpiti dal terribile terremoto del 2016. L’attenzione, dunque, si sposta da una fase preparatoria a quella operativa vera e proprio. 


E qualche segnale inquietante sta iniziando ad arrivare sulla regolarità dell’esecuzione dei lavori. Nei giorni scorsi l’Asur, recependo le segnalazioni di alcuni tecnici, ha già informato la prefettura che ha attivato un protocollo sulla legalità. I territori colpiti dal sisma interessati dalla ricostruzione hanno necessità di controlli davvero efficaci. Purtroppo stanno pervenendo dagli addetti ai lavori numerosi sussurri circa la partecipazione ingressi di imprese non propriamente in regola soprattutto con la formazione degli operai in quanto per lo più assunti di recente e quindi senza la necessaria ed obbligatoria formazione prevista dal testo unico. Ma ci sono altre situazioni che meriterebbero maggiori approfondimenti. D’altronde gli appalti del terremoto di Amatrice-Arquata fanno gola così come è successo per i precedenti (leggi L’Aquila).

In materia di prevenzione dell’infiltrazione criminale negli appalti per la ricostruzione post terremoto, è stato più volte ricordato nelle aule parlamentari dove siedono i nostri rappresentanti collegiali che la gran parte degli strumenti previsti dal quadro normativo prevede il rilascio di informazioni antimafia da parte del prefetto e, per le ditte che saranno aggiudicatarie di pubblici appalti relativamente alla ricostruzione e per tutte imprese della filiera, le informazioni per l’iscrizione alla white list. Tale procedura, ormai collaudata, permette una certa tranquillità rispetto alla possibilità di intercettare i soggetti legati alla criminalità.

Il problema maggiore però di tali procedure amministrative di controllo è quello della «sostenibilità amministrativa» dell’impianto, dal momento che le risorse umane e materiali disponibili purtroppo sono limitate. Per evitare ingiustificati allarmismi occorre precisare che il Piceno non è assolutamente terra di mafia come la Sicilia, la Calabria o la Campania, ma potrebbe teoricamente diventare un luogo in cui i gruppi criminali organizzati svolgono attività illecite per conseguirne profitti o per reinvestire profitti illecitamente accumulati. Ecco perchè bisogna mantenere la guardia alta. 


Non è un caso che proprio giovedì, don Ciotti, fondatore dell’associazione Libera, il quale si batte in prima linea contro le infiltrazioni di consorterie illegali che spesso trovano terreno fertile nella gestione emergenziale degli appalti. Proprio in questa fase cruciale di rilancio degli investimenti pubblici, con l’attuazione dei progetti inseriti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, gli strumenti di contrasto e prevenzione vanno rafforzati e resi più efficienti.