Pochi volontari per l'Adorazione perpetua alla chiesa di Santa Maria della Carità, problemi a garantire i turni.

L'adorazione della chiesa di Santa Maria della Carità
L'adorazione della chiesa di Santa Maria della Carità
di Roberto Cestarelli
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Venerdì 27 Maggio 2022, 07:10

ASCOLI - Domenica, in occasione del sedicesimo anniversario dell’Adorazione eucaristica perpetua, il vescovo monsignor Gianpiero Palmieri, in cattedrale, alle ore 18, presiederà la messa solenne. Il 1 giugno 2006, nella chiesa di Santa Maria della Carità (della Scopa) ci fu l’inaugurazione dell’Adorazione eucaristica perpetua, un’iniziativa di rilievo, suggerita da padre Fedele Salvadori, fondatore dei Volontari del Vangelo, accolta con entusiasmo e benedetta dall’allora vescovo monsignor Silvano Montevecchi, continuata poi dall’allora rettore don Angelo Ciancotti, che fece realizzare l’ostensorio monumentale raggiato e da monsignor Baldassarre Riccitelli. Fu una vera novità, sia per la diocesi sia per la città di Ascoli. 

 

In questi 16 anni, 24 ore su 24, 365 giorni l’anno, alcune centinaia di adoratori, tra giovani, donne e uomini, presenti a turno, con fede e perseveranza, hanno garantito la continuità dell’Adorazione eucaristica, trascorrendo un’ora la settimana davanti al Santissimo Sacramento. «Attualmente – hanno riferito Paola e Catia, Volontarie del Vangelo – gli adoratori sono circa 240, la maggioranza dei quali ha un’età compresa tra i 40 e i 60 anni; ci sono anche alcuni giovani. Quando cominciò l’adorazione, i volontari erano molti di più, oltre 400. Poi c’è stata qualche defezione e il ricambio non è semplice. Ci sono delle persone che si mettono a disposizione e che vengono chiamate quando si verificano delle assenze improvvise per garantire il servizio». «Trascorrere del tempo in preghiera davanti a Gesù Eucaristia – ha riferito Giuliano Ciccolini, presente in chiesa ogni domenica alle 7 - è quanto di più bello si possa desiderare. Significa poter godere della Sua presenza nella propria nudità spirituale, affidarsi totalmente a Lui quasi a sentire i battiti del Suo cuore paterno, abbandonarsi alla meditazione della Sua parola quale parola di vita eterna. Davvero Gesù non poteva immaginare un modo migliore per restare con noi fino alla fine dei tempi». «Dio ci chiama, ci invoca – gli fa eco Vito Pietrzela, che ogni mercoledì, dalle 4 alle 6, trascorre le due ore in preghiera - e la risposta a questa chiamata è appunto la mia disponibilità nelle ore notturne. Durante l’adorazione, il Signore ci riempie di carica vitale, di forza, di gioia e lo stare con lui non è sicuramente un sacrificio anche se devo alzarmi alle tre di notte. Noi non sappiamo quello che Dio fa per noi in quel momento, ma una cosa è certa, non usciamo mai a mani vuote». 

Anche quando la chiesa di Santa Maria della Carità rimase chiusa a causa del terremoto del 2016, l’adorazione perpetua non si interruppe perché si tenne nella parte retrostante la chiesa, in un salone il cui ingresso è situato in rua della Carità, dove era stata approntata una cappellina.

A seguito dell’ulteriore scossa del 30 ottobre, l’adorazione perpetua si trasferì nella cappellina adiacente la chiesa del Sacro Cuore di Gesù, nel quartiere di Campo Parignano. Inoltre, nonostante la pandemia avesse messo alla prova anche questa pratica, a causa della paura del contagio e dell’imposizione del distanziamento, l’adorazione eucaristica non si è mai interrotta. Circostanza, questa, passata inosservata alla maggior parte degli ascolani, perché gli adoratori, quando pregano, lo fanno in silenziosa meditazione.

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