Addio all’avvocato Stefano Drago: una vita per la toga e per gli altri

Addio all’avvocato Stefano Drago: una vita per la toga e per gli altri
Addio all’avvocato Stefano Drago: una vita per la toga e per gli altri
di Sabrina Marinelli
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Domenica 28 Giugno 2020, 04:50
SENIGALLIA Avvocati in lutto per la prematura scomparsa di Stefano Drago. È morto in ospedale nella notte tra venerdì e sabato. Aveva 56 anni. Un professionista molto conosciuto in città e in tutta la provincia, dove alternava il lavoro al volontariato. Faceva parte del gruppo della protezione civile della Società Nazionale di Salvamento. Circa un anno fa aveva subito un’operazione al femore, di cui lui stesso aveva raccontato sui social, ringraziando il personale sanitario.

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Aveva dovuto fare fisioterapia per riprendere la piena funzionalità della gamba. Un imprevisto che aveva affrontato con la tenacia e caparbietà che gli erano proprie. Negli ultimi tempi era apparso debilitato ma agli amici, che chiedevano cosa avesse, aveva sempre sminuito dicendo che andava tutto bene. Stefano Drago era uno “tosto”, un uomo ed un professionista tutto d’un pezzo, che non era solito piangersi addosso. Era anzi sempre pronto a reagire. Da qualche giorno le sue condizioni di salute sono però peggiorate. È stato necessario il ricovero in ospedale, dove la notte scorsa è morto. La situazione è precipitata in modo irrecuperabile.
Una notizia piombata come un fulmine a ciel sereno in un sabato, per molti di svago, reso però davvero triste dalla sua scomparsa. «L’avevo incontrato la settimana scorsa – ricorda Severino Tricarico, responsabile locale della Società nazionale di Salvamento – da circa un anno era entrato a far parte del nostro gruppo di protezione civile. Una persona fantastica. L’ho sempre stimato come professionista, poi come volontario e amico siamo entrati subito in sintonia. Non sapevo che le sue condizioni di salute fossero così gravi, apprendere della sua morte è stato come un terremoto nella notte».

Stefano Drago era nato il 13 marzo 1964 a Senigallia ma andava fiero delle origini siciliane della sua famiglia, che spesso ricordava con orgoglio. Nel 1998 si è iscritto all’ordine degli avvocati di Ancona e dal 2014 anche all’albo dei Cassazionisti. Si occupava principalmente di diritto penale e aveva collaborato anche con il Ministero di Grazia e Giustizia. Il suo primo studio legale in città lo aveva aperto in via Mamiani, nel rione Porto. Da diversi anni si era invece spostato in via Lago D’Orta, dove ha lavorato fino a pochi giorni fa quando le sue condizioni di salute si sono aggravate, rendendo necessario il ricovero in ospedale. Si era battuto molto contro la chiusura del Tribunale di Senigallia, rimanendo sempre in prima linea in questa lotta.


Molto attento ai bisogni della città, si era candidato nel 2010 nel coordinamento civico a sostegno del candidato sindaco Fabrizio Marcantoni. Non era però stato eletto. Generoso e sempre disponibile, aveva deciso di mettersi a disposizione di chi avesse bisogno entrando a far parte della grande famiglia della protezione civile. «L’ho conosciuto direttamente come volontario – ricorda Maurizio Perini, consigliere comunale con delega alla protezione civile – ed ha dato subito prova di grande dedizione e partecipazione. E’ stato un esempio anche in questo campo oltre che nel mondo legale. Sono davvero dispiaciuto». Il suo studio era sempre aperto anche solo per chiedere un consiglio e ricevere un suggerimento.
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