Incubo fiumi a Senigallia, il sit-in degli alluvionati: «Argini ceduti, metteteli in sicurezza»

Incubo fiumi a Senigallia, il sit-in degli alluvionati: «Argini ceduti, metteteli in sicurezza»
Incubo fiumi a Senigallia, il sit-in degli alluvionati: «Argini ceduti, metteteli in sicurezza»
di Sabrina Marinelli
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Giovedì 16 Marzo 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 12:12

SENIGALLIA Sit-in degli alluvionati sul Ponte Angeli dell’8 dicembre 2018 ieri mattina per chiedere di rendere sicuri Misa e Nevola. Vogliono tornare a vivere tranquilli senza l’ansia e lo stress che le continue allerte meteo stanno generando. Sono stati mostrati anche dei cartelloni con le fotografie della situazione in cui versano i fiumi a 6 mesi dalla catastrofe. In alcuni tratti dopo i primi lavori hanno ceduto gli argini.


Le richieste

Assente giustificato il sindaco, andato a Roma per avanzare le stesse richieste. «Non ho incontrato politici ma solo funzionari di alcuni ministeri – spiega Massimo Olivetti –, ho ribadito che occorre una soluzione definitiva, non possiamo andare in crisi ad ogni allerta meteo, bloccare la città e trascorrere notti in bianco sperando che il fiume non esca.

Siamo stanchi. La rabbia dei cittadini la capisco perché anche noi amministratori siamo esausti, non si può andare avanti così. Il problema va risolto e in fretta». Per la prima manifestazione è stato scelto Ponte Angeli, sotto accusa per aver creato un effetto diga il 15 settembre, allagando rione Porto e centro storico. «Chiediamo alla Regione di intervenire – dice Massimo Petrolati, presidente del Comitato tra due fiume – e di farlo presto. Gli interventi individuati sono in linea con quelli chiesti dal Comitato ma ora bisogna farli». Dal Comitato, Andrea Morsucci aggiunge: «Vogliamo i fatti, il fiume è ancora pieno di alberi, detriti e se non si interviene subito si rischiano altre alluvioni». L’idea della manifestazione di ieri è partita da Borgo Bicchia per estendersi a tutti i comitati. «A noi serve che le istituzioni, in primis la Regione, ma anche i Comuni, il Genio civile e le università si interessino ai problemi del Misa – interviene Ivano Sbrollini, Comitato Borgo Bicchia - e inizino i lavori programmati il prima possibile perché l’obiettivo principale è la sicurezza delle persone che vivono ai margini del fiume: il nostro quartiere di Borgo Bicchia è stato due volte danneggiato e massacrato. Siamo stanchi perché un tempo di ritorno di 8 anni, dal 2014 al 2022, è veramente breve. Chiediamo interventi strutturali e sistematici per consentirci di vivere tutti serenamente». Sulla manifestazione ha aggiunto: «E’ un sit-in pacifico aperto a tutti i comitati che hanno aderito perché la messa in sicurezza dei fiumi la dobbiamo portare avanti insieme, è un obiettivo comune. Questa è solo la prima delle iniziative che intendiamo organizzare, ne faremo altre, sempre pacifiche, per tenere alta l’attenzione e farci sentire». Tra i manifestanti c’era anche un turista. «Non sono di qui, vengo dalle montagne, dalle Dolomiti – ha detto - e anche noi abbiamo avuto delle alluvioni: secondo me bisogna creare a monte delle aree di sfogo, in modo che la potenza della piena venga distribuita a monte, arrivando in città con una portata minore».

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