Botte alla fidanzata e schianto con l’auto
Soccorritore investito, altri presi a morsi

Botte alla fidanzata e schianto con l’auto Soccorritore investito, altri presi a morsi
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Martedì 12 Dicembre 2017, 05:35
SENIGALLIA - Morsi e pugni in via Vico. L’ultimo ring improvvisato dal pugile israeliano, tornato a seminare il panico in città. Con i carabinieri si è così giustificato: «Non è colpa mia ma di chi mi ha venduto da bere, lo sanno tutti che l’alcol non lo reggo». Era ubriaco. È di quattro feriti, spediti al pronto soccorso, il bilancio dell’ultimo episodio, il quarto dall’inizio dell’anno, di cui si è reso protagonista. È accaduto domenica intorno alle 20. Il 30enne si trovava al circolo Arci di Borgo Molino insieme alla fidanzata. I due, entrambi ubriachi, hanno iniziato a litigare e ad un tratto lui ha alzato le mani contro la donna. 

Gli avventori del locale hanno cercato di difenderla e lui, dopo averla caricata sulle spalle, l’ha portata via. Entrati in macchina sono partiti ma il giovane, visibilmente ubriaco, si è schiantato contro un muretto. Nel frattempo un signore si è avvicinato per vedere se stessero bene. Il pugile è ripartito con la portiera aperta e facendo retromarcia lo ha investito con la portiera, facendolo finire a terra. L’uomo si è lamentato e il 30enne è sceso dalla macchina e lo ha preso a pugni. Altri due clienti sono intervenuti di supporto e sono stati colpiti da pugni e morsi. Questo è quanto dichiarato dai testimoni che hanno assistito alla scena ai carabinieri, nel frattempo chiamati. Appena arrivati sono riusciti a farlo calmare. 

Portato in caserma, il 30enne è stato denunciato per guida in stato d’ebbrezza e gli è stata ritirata la patente. Ai militari ha riferito che lui non regge l’alcol e se si ubriaca non riesce ad essere lucido. La colpa, ha aggiunto, non sarebbe la sua ma di chi gli vende da bere visto che in città sanno tutti come è fatto. I tre feriti sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso. 

Sono stati dimessi con prognosi tra i 7 e i 10 giorni. I militari attendono le loro denunce per le lesioni personali. Non essendo alta la prognosi dovranno procedere con una querela di parte. La fidanzata non ha voluto sporgere denuncia. Ha riportato ferite lievi. Ai carabinieri che le hanno chiesto se volesse farlo, essendoci testimoni del fatto che le avesse messo le mani addosso, ha risposto: «Non posso, lo amo». Subito perdonato. La notizia di quanto accaduto in città ha generato una certa ansia. Il 30enne era stato arrestato lo scorso mese di aprile, ben due volte in pochi giorni. Dopo un periodo trascorso ricoverato in psichiatria, era al vaglio un percorso riabilitativo presso qualche struttura protetta. A distanza di otto mesi nulla sembra essere cambiato. Il ragazzo, rientrato in Italia dopo aver combattuto a lungo in Thailandia, soffrirebbe di depressione e per questo motivo farebbe uso di alcol. Così lo aveva giustificato la famiglia la scorsa primavera dopo che, per ben tre volte, aveva spedito in ospedale varie persone. 
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