«Basta, mi schianto e moriamo tutti». Senigallia, manda all’ospedale la moglie e 3 figli dopo schiaffi, pugni e minacce. Era già stato arrestato in Inghilterra

Senigallia, manda all’ospedale la moglie e 3 figli dopo schiaffi, pugni e minacce
Senigallia, manda all’ospedale la moglie e 3 figli dopo schiaffi, pugni e minacce
di Stefano Rispoli
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Venerdì 12 Gennaio 2024, 02:15 - Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 07:21

SENIGALLIA Deve aver visto l’inferno quando il marito, in preda a un attacco di collera, mentre era alla guida dell’auto su cui viaggiavano anche i tre figli piccoli, ha gridato: «Basta, adesso vado a sbattere e la facciamo finita tutti». La minaccia, pochi istanti dopo, è diventata realtà. Ha sterzato di botto ed è andato a finire volontariamente sul marciapiede, per poi schiantarsi contro un palo. Quel giorno - era l’11 agosto del 2018 - finirono all’ospedale lui, la moglie e i tre bambini, per fortuna feriti in modo lieve. 

Il racconto

«Quello è stato il momento di rottura definitivo del nostro matrimonio», ha raccontato ieri nel tribunale di Ancona la donna, una 32enne senigalliese che poi ha chiesto e ottenuto la separazione. Ma è stato anche l’apice di una relazione tormentata, fatta di litigi, vessazioni, violenze morali e fisiche subite della vittima che, dopo anni di silenzio, ha deciso di denunciare ai carabinieri il compagno, un 41enne originario del Bangladesh, ora a processo per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate.

«La differenza di cultura è stato uno dei fattori che ha rovinato il nostro rapporto» ha raccontato in aula la giovane mamma che non si è costituita parte civile, interrogata dal pm Irene Bilotta e dal collegio presieduto dal giudice Francesca Grassi.

Per 6 anni la coppia ha vissuto in Inghilterra, dove ha dato alla luce tre bambini, prima di tornare in Italia, a Senigallia, a casa dei genitori di lei. Ma dal 2016 la love story si è deteriorata per gli scatti d’ira dell’imputato, un autotrasportatore difeso dall’avvocato Stefano Mengucci.

Fu arrestato all'aeroporto di Stansted

«Era stressato per il lavoro e se la prendeva con me», ha detto l’ex moglie. Eccessi di collera imprevedibili e incontrollabili che un giorno l’hanno portato a schiaffeggiare la donna davanti ai figli, all’aeroporto di Stansted, per il semplice fatto che l’aereo era atterrato in ritardo. In quell’occasione - era il 2015 - fu arrestato in diretta dai poliziotti presenti nello scalo e poi rilasciato. Per due anni avrebbe offeso, minacciato e picchiato la moglie. «Mi dava della meretrice, diceva che dovevo morire e che voleva ammazzarmi - ha riferito in aula -. Mi prendeva a schiaffi e pugni sullo stomaco, mi tirava i capelli, una volta mi ha colpito alla schiena con il manico della scopa. In un’altra occasione mi ha messo le mani al collo. Tutto questo succedeva anche davanti ai bambini, che però lui non ha mai toccato. Anzi, dopo la separazione si è dimostrato un padre amorevole». Per questo la donna ha manifestato l’intenzione di ritirare la querela, ma visti i reati, il processo andrà avanti d’ufficio. La prossima udienza è stata fissata per il 4 aprile.

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