Azienda chiusa e trasferimenti per forzare le dimissioni: Liomatic condannata per comportamenti antisindacali

Azienda chiusa e trasferimenti per forzare le dimissioni: Liomatic condannata per comportamenti antisindacali
Azienda chiusa e trasferimenti per forzare le dimissioni: Liomatic condannata per comportamenti antisindacali
di Talita Frezzi
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Giovedì 26 Maggio 2022, 03:30

JESI - La Liomatic di Jesi condannata dal Tribunale di Ancona per comportamento antisindacale. L’azienda jesina, leader di mercato nella distribuzione automatica di alimenti e bevande, aveva deciso a gennaio, in modo unilaterale, di procedere alla chiusura dello stabilimento di Jesi. 

La reazione

La Filcams Cgil di Ancona a seguito della sentenza «che ha accertato la condotta antisindacale da parte della società Liomatic, esprime grande soddisfazione per il risultato.

La Liomatic - si legge nella nota a firma del segretario generale Carlo Cotichelli e della segretaria provinciale Sara Dominella - a gennaio ha deciso in maniera unilaterale di procedere alla chiusura dello stabilimento di Jesi trasferendo presso altre sedi il personale coinvolto (circa 40 persone) costringendo i lavoratori a scegliere tra trasferimenti inaccettabili, anche a oltre 100 km di distanza, piuttosto che inevitabili dimissioni». L’organizzazione sindacale aveva denunciato il comportamento aziendale: «Il mancato ricorso agli strumenti normativi previsti», il mancato confronto con l’organizzazione sindacale che era stata «informata a cose fatte e senza alcuna possibilità di costruire soluzioni alternative e condivise tra le parti». «La decisione del Tribunale - si legge ancora - non incide tuttavia sulla condizione dei lavoratori interessati, pertanto la Filcams si riserva di promuovere ulteriori iniziative, anche legali, di tutela individuale e collettiva. Questa sentenza restituisce dignità ai lavoratori e ne segna una prima vittoria ma aumenta l’amarezza per la perdita del sito produttivo di Jesi, anche in considerazione del complessivo atteggiamento di tutti i soggetti coinvolti che non hanno collegialmente creduto nella risoluzione positiva di questa vicenda». L’azienda all’apertura della vertenza aveva sostenuto che per 24 dei 40 dipendenti diretti a Jesi (quelli impegnati nel ricarico dei distributori) l’attività sarebbe rimasta invariata sullo stesso territorio, altri 11 sarebbero stati trasferiti nelle filiali di Macerata, Pesaro, Perugia e Arezzo. 

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