JESI - «Sono tornato a casa dopo il lavoro e la mia compagna e nostro figlio di 4 anni non c’erano più». Erano volati in Romania, paese della mamma del piccolo, da cui non hanno mai fatto ritorno. Da quel viaggio sono passati quasi cinque anni e ieri si è incardinato nei confronti della mamma, una romena di 34 anni, il processo per sottrazione internazionale di minore.
La denuncia
A denunciarla, la sera stessa della partenza per la Romania, era stato il suo ex compagno, nonché padre del bimbo. È uno jesino di 52 anni che si è costituito parte civile con l’avvocato Rino Bartera.
I fatti
La partenza della donna con il figlioletto risale alla vigilia di Natale del 2018. Tornato a casa dal lavoro, il 52enne non aveva trovato la compagna e il bimbo. Sul tavolo c’era un biglietto, dove c’era scritto la donna stava andando a trovare i parenti in Romania. Sospettando che quel viaggio non fosse solamente temporaneo, il papà del bambino era andato immediatamente a sporgere denuncia alle forze dell’ordine. Da quel momento si è innescato un labirinto procedurale che ancora oggi è perdurante.
Le due versioni
Anche perché le versioni delle parti sono contrapposte. La donna, che è difesa dall’avvocato Mauro Paolinelli, sostiene di essere sfuggita a una storia violenta, tanto da indurla a fare istanza per togliere la potestà genitoriale all’ex compagno. Lui rigetta con forza la versione dell’ex, che non avrebbe fatto altro che strappare immotivatamente e all’improvviso il bambino dall’amore del padre. L’uomo da quasi cinque anni lotta per vivere la quotidianità con suo figlio, che quando può va a trovare in Romania. Il tribunale di Bucarest avrebbe rilevato l’indebita sottrazione del minore ma, allo stesso, non dando il via libera per il rimpatrio. Ora, la battaglia si giocherà anche davanti al giudice Alessandra Alessandroni.
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