Errore choc sul calcolo dei giorni di isolamento: positivo esce di casa. Ecco il suo racconto tra malintesi, incertezze e rabbia

Errore choc sul calcolo dei giorni di isolamento: positivo esce di casa
Errore choc sul calcolo dei giorni di isolamento: positivo esce di casa
di Talita Frezzi
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Giovedì 26 Novembre 2020, 12:00 - Ultimo aggiornamento: 12:25

JESI  - Un conteggio sbagliato dei giorni di quarantena dopo il tampone da parte del Dipartimento di prevenzione della Asur, permette a un giovane positivo ma asintomatico di uscire e tornare alla sua vita normale, frequentando farmacie, supermercati, luoghi di lavoro e ignaro di essere un pericolo per la collettività. Una telefonata arrivata nel pomeriggio con l’ammissione dell’errore fa scoprire il malinteso, suscitando non poca indignazione nello stesso portatore asintomatico del Covid-19, che abita in Vallesina.

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«Se avessi violato la quarantena io spargendo il virus volontariamente avrei dovuto rispondere di pandemia colposa, adesso che l’errore, grossolano, arriva da chi dovrebbe tutelarci, chi pagherà per questa leggerezza?», chiede il cittadino interdetto. «Tutti i dubbi sulla gestione da parte dell’Asur hanno iniziato a manifestarsi quando tutta la mia famiglia dal 27 ottobre è risultata positiva al tampone e a me non lo hanno fatto, pur convivente, in quanto non manifestavo sintomi.

Ho comunque osservato una quarantena preventiva. Mi sono sottoposto a un tampone il 9 novembre, insieme ai miei familiari che non si negativizzavano, da cui sono risultato positivo. Stesso risultato per quello del 19 novembre, da cui però la mia famiglia è risultata negativa. L’Asur mi ha contattato il 23 novembre dicendo che potevo uscire, avendo esaurito i 21 giorni di isolamento…così, un po’ confuso ma felice di essere stato autorizzato con tanto di mail dal Dipartimento di riferimento, di poter tornare finalmente alla mia vita, ho ripreso il lavoro, sono andato a fare delle commissioni come di routine. Invece nel tardo pomeriggio mi arriva una telefonata in cui l’Asur faceva dietrofront e ammetteva che si erano sbagliati e sarei dovuto uscire il 1 dicembre. Mi sento difficoltà per questa situazione - conclude - senza una attenta gestione e un maggior numero di tamponi ai familiari dei malati, non usciremo mai da questa pandemia». 

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