Coltellata choc all’Arco Clementino: giovane brasiliano condannato a quattro anni

Coltellata choc all’Arco Clementino: giovane brasiliano condannato a quattro anni
Coltellata choc all’Arco Clementino: giovane brasiliano condannato a quattro anni
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 21 Aprile 2021, 10:37

JESI  - Quattro anni di reclusione. È questa la pena inflitta dal gup Paola Moscaroli nei confronti del 19enne brasiliano arrestato la sera dello scorso 14 novembre con l’accusa di aver accoltellato, nei pressi dell’Arco Clementino di Jesi, un nigeriano di 20 anni.

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La sentenza è stata emessa ieri mattina dopo la decisione della difesa, rappresentata dagli avvocati Davide Mengarelli e Federica Battistoni, di voler procedere con il rito abbreviato. È stata riconosciuta dal giudice l’accusa di tentato omicidio. La procura aveva chiesto una pena pari a tre anni e due mesi di carcere. Il tenore del risarcimento verso la vittima, parte civile col legale Giancarlo Catani, dovrà essere stabilita dal giudice della sezione civile. 

L’imputato si trova attualmente ai domiciliari nella sua abitazione di Jesi. Subito dopo l’arresto fatto scattare dalla Squadra Mobile di Ancona e dal Commissariato, era stato condotto il carcere. Il gip, dopo la convalida, aveva optato per la scarcerazione da Montacuto e la derubricazione dal reato da tentato omicidio a lesioni personali aggravate. Un’accusa più lieve, in considerazione della prognosi riportata dal nigeriano: dieci giorni. La procura, rappresentata dal pm Irene Bilotta, ha sempre sostenuto che l’intenzione dell’imputato era quella di uccidere la vittima: solo per poco la lama non era arrivata ai polmoni. La punta del coltello, stando a quanto rilevato dalla perizia medico-legale chiesta dalla procura, si era fermata al costato. 

L’imputato ha sempre rigettato l’accusa contestata dal pm: non voleva uccidere il 20enne.

La colluttazione sarebbe avvenuta a causa di vecchi rancori, mai del tutto spariti. In particolare, il 19enne aveva sostenuto di essersi difeso perché il nigeriano aveva con sé una bottiglia di vetro rotta. «Voleva aggredirmi e ho reagito» aveva detto l’imputato nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto, ricordando come prima dell’episodio all’Arco Clementino i due avessero avuto uno scambio di battute non tenere al Parco del Vallato. Gli inquirenti ipotizzano che l’episodio di violenza possa essere riconducibile al mondo dello spaccio. 

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