«Io, dimenticata dai miei cinque figli
costretta a vivere in un sottoscala»

«Io, dimenticata dai miei cinque figli costretta a vivere in un sottoscala»
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Martedì 21 Maggio 2019, 04:25
MONTEMARCIANO - Da alcuni giorni una 65enne malata dice di essere costretta a vivere sotto la scala di un condominio, con un ombrellone per ripararsi dall’acqua quando piove. Una vicenda di cui si parla molto a Montemarciano. Il sindaco, contattato al riguardo, ha chiesto alla polizia municipale di indagare sull’accaduto per verificare. I servizi sociali ne sono già a conoscenza ma qualcosa a loro non torna. Credono sia solo una montatura, una protesta, forse per ottenere una casa. C’è chi la signora Antonietta l’ha vista davvero dormire su un materasso sotto la scala del palazzo di vicolo Oberdan. 

 

Lei nega di aver inscenato una protesta per secondi fini ed insiste nel ribadire in che condizioni sia costretta a vivere. Se ne sta lì, non sapendo dove altro andare, dice, arrabbiata con il Comune che non l’aiuta. «Finora vivevo con un signore di 85 anni – racconta Antonietta – poi un giorno me ne sono dovuta andare perché i suoi figli non volevano che stessi lì. Stanno cercando di farlo riappacificare con la moglie e poi ci sono spesso loro». 
Lei e l’85enne non erano una coppia, chiarisce subito Antonietta. «Tra noi non c’è stato mai nulla, eravamo solo amici e lui mi dava ospitalità non sapendo io dove andare – aggiunge -. Ho cinque figli che vivono in case piccole con i loro figli, non c’è spazio per me, poi con loro non ci parlo da anni». Sfrattata dai figli dell’anziano, la 65enne si è sistemata sotto la scala con un materassino e un ombrellone per ripararsi dalla pioggia. «Sono ipertesa e diabetica – aggiunge la donna – per non stare ferma lì, di giorno prendo l’autobus così sto anche al caldo. Non ho i soldi per pagarmi i biglietti ed ho preso anche due multe. Vado a fare un giro in chiesa e poi torno sul materasso ma sono piena di dolori, non ce la faccio più».

La mattina dice che l’anziano la fa entrare in casa per lavarsi ed è lui che le dà qualcosa da mangiare. Sono quindi ancora in buoni rapporti ma non può più ospitarla. La farebbe entrare giusto il tempo di una doccia veloce e un brodino con del pane da mangiare. Dice lei. Il sindaco non si sbottona e sembra anche abbastanza indignata dalla situazione. «Se ne stanno occupando i vigili urbani», commenta lapidaria Liana Serrani. Una protesta che arriva a pochi giorni dalle elezioni di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Preferisce però non fomentare la polemica, certa che tutto quello che l’ente ha fatto nei suoi dieci anni di governo per aiutare i bisognosi, sia sotto gli occhi di tutti. 

Da ultimo il tecnico accumulatore seriale a cui il Comune ha anticipato la spesa per pulire e sanificare la casa, aiutandolo ad uscire dal vortice del barbonismo domestico che lo aveva portato a vivere come un clochard in casa propria. O, sempre nei giorni scorsi, l’ente ha pagato la bolletta del metano ad una 50enne disoccupata, separata e con un figlio minore, per evitare che venisse sospeso il servizio. Quando lo stato di necessità è accertato l’amministrazione comunale interviene, quando ci sono sospetti, come per la 65enne, chiede alla polizia municipale di indagare su quanto sta accadendo. In paese si dividono rispetto ad una vicenda che sta facendo parecchio discutere.
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