ANCONA Sembrava tutto perso. La riapertura del multisala Movieland Goldoni era rimasta impigliata al mancato accordo con la Restauri Ancona srl, società in liquidazione proprietaria degli arredi interni, per l’utilizzo di poltrone e mobili contenuti nella struttura. In più lo stabile, dopo il fallimento della proprietà, è finito nelle mani dell’ufficiale giudiziario. L’asta per la vendita dell’edificio, in un unico lotto, è fissata per il prossimo 29 febbraio. Ma ad un certo punto è arrivata la svolta. E la riapertura fissata a metà febbraio.
Il rischio
La famiglia Smeriglio, che ha gestito il cinema dal 2015 fino ai giorni difficili della pandemia che ne hanno determinato la chiusura, ha trovato un compromesso con la Restauri srl per l’utilizzo in affitto del materiale interno.
Il cartellone
Gli operai sono al lavoro. L’insegna è stata rimessa al suo posto. L’altro giorno le prove luci. I proiettori funzionano. Insomma, l’attività sarebbe pronta a ripartire oggi stesso. Ma l’ok ufficiale deve arrivare dalla commissione di vigilanza. «Non ci hanno ancora comunicato la data esatta del sopralluogo della commissione - fa sapere Smeriglio -, ma ci hanno preannunciato che sarà comunque a metà novembre». A quel punto, una volta passato l’esame della commissione, il cinema potrebbe riaprire in teoria la sera stessa. «Noi siamo pronti - riprende Smeriglio - attendiamo solo il giorno fatidico della visita da parte della commissione vigilanza». Ma se sul piano tecnico dei macchinari per le proiezioni la gestione è già sui blocchi di partenza, un po’ meno invece per quanto riguarda il cartellone. «Non abbiamo ancora deciso quali saranno i primi film - riprende -, per noi l’importante è rimetterci in piedi. Se poi partiamo anche un po’ deboli non importa».
Anche perché il vero ostacolo da superare è il destino dello stabile una volta che sarà venduto. «È un rischio che dobbiamo assumerci, anche se dovessimo trovarci a chiudere di nuovo dopo sole poche settimane» dichiara convinto Smeriglio, che preferisce navigare a vista. Intanto riaprire i cancelli e le sale al pubblico. Poi, per quello che dovrà essere il futuro, si vedrà.