Picchiata dopo l’incidente: «Fai schifo». A Falconara rischio processo per due coppie napoletane

Picchiata dopo l’incidente: «Fai schifo». A Falconara rischio processo per due coppie napoletane
Picchiata dopo l’incidente: «Fai schifo». A Falconara rischio processo per due coppie napoletane
di Stefano Rispoli
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Martedì 27 Febbraio 2024, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 07:19

FALCONARA Tamponata, picchiata e insultata. Avrebbero anche tentato di darle la colpa dell’incidente dichiarando il falso, secondo gli investigatori. Per questo, oltre alle lesioni stradali gravi, alle lesioni personali e alla violenza privata, viene contestata anche la calunnia alle due coppie di napoletani, residenti a Falconara, che rischiano di finire a processo per lo schianto avvenuto nel giorno di Ferragosto del 2020 nel quale è rimasta ferita una 44enne anconetana, dimessa dall’ospedale con 45 giorni di prognosi per le fratture riportate al polso e al gomito destro.

La ricostruzione

Ieri il gup Francesca De Palma ha rinviato l’udienza al 27 maggio per un difetto di notifica a uno dei quattro imputati, due uomini di 43 e 44 anni (quest’ultimo accusato solo di violenza privata) e le loro compagne di 38 e 52 anni.

Tre sono difesi dall’avvocato Carmelino Proto, la 52enne dall’avvocato Giuseppina Capasso del foro di Napoli. L’incidente avvenne nel giorno di Ferragosto del 2020 quando, all’incrocio tra via Castelfidardo e via Don Minzoni, l’auto su cui viaggiavano i 4 napoletani si scontrò, senza fermarsi allo stop, con la Citroen condotta dalla 44enne (anche se poi i periti dell’assicurazione hanno riconosciuto un concorso di colpa al 50%). Secondo l’accusa, invece di soccorrere la donna ferita, i quattro l’avrebbero accerchiata e offesa. «Putt... fai schifo», le avrebbero urlato, dopo essere usciti dall’auto. E mentre lei era a terra dolorante per le fratture riportate nello scontro, la più giovane degli imputati, la 38enne, istigata dagli altri, l’avrebbe colpita con schiaffi e calci alle gambe e in altre parti del corpo, procurandole degli ematomi e delle ferite superficiali giudicate guaribili in 15 giorni.

Le contestazioni

Non contenti, sempre secondo i carabinieri che hanno condotto le indagini, le due coppie avrebbero impedito alla donna di chiamare le forze dell’ordine (di qui la contestazione del reato di violenza privata): uno di loro le avrebbe mostrato il pugno per rendersi più temibile. La disavventura della 44enne si era conclusa all’ospedale di Torrette, da dove è stata dimessa con una prognosi complessiva di 45 giorni, tanto da configurare il reato di lesioni personali gravi. Ma una delle due coppie - quella composta dal 43enne e dalla 38enne - se verrà rinviata a giudizio dovrà rispondere anche di calunnia perché, secondo il gip, avrebbe dichiarato il falso quando, a 3 mesi dai fatti, presentando querela contro la 44enne, avrebbe ricostruito una propria versione dell’incidente, tentando di attribuirne tutta la responsabilità alla presunta vittima.

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