Aumentano ancora gli inattivi e disoccupati sotto quota 4mila: la crisi non conosce pause

Aumentano ancora gli inattivi e disoccupati sotto quota 4mila: la crisi non conosce pause
Aumentano ancora gli inattivi e disoccupati sotto quota 4mila: la crisi non conosce pause
di Marco Antonini
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Mercoledì 27 Gennaio 2021, 06:50

FABRIANO  - Novantadue disoccupati in meno rispetto all’anno precedente. Resta sotto quota 4mila il dato dei senza lavoro nella città della carta e parte di chi non aveva lavoro nel 2019 non lo ha trovato nemmeno l’anno successivo. Se prendiamo in considerazione tutto l’entroterra che fa riferimento al Centro per l’impiego di Fabriano superiamo di pochissimo le 6mila unità, in calo. La fotografia, scattata dal Ciof, al 31 dicembre 2020, testimonia come la crisi non conosce sosta e sono lontani i tempi d’oro in cui la patria dell’elettrodomestico non conosceva problemi di occupazione. 


L’ambito territoriale preso come riferimento comprende, oltre Fabriano, anche Arcevia, Cerreto D’Esi, Genga, Sassoferrato e Serra San Quirico.

Numeri che possono sembrare positivi, ma che nascondono una lettura diversa che preoccupa. Non aumentano i disoccupati da un anno all’altro, ma perché aumentano gli inattivi e diminuiscono i residenti con diversi che sono tornati nella propria città natale. (Fabriano, nel 2020, ad esempio, è scesa, dopo 20 anni, sotto i 30mila abitanti).

Nel dettaglio a Fabriano si passa dai 3.955 di fine 2019, a 3.863 di fine 2020, con una diminuzione di 92 unità. Cala meno per le donne da 2.195 a 2.163, più per gli uomini: da 1.760 a 1.700. Nell’anno passato 3.863 persone hanno raggiungo l’ex Ufficio del lavoro per dichiarare il proprio status di disoccupato e avviare un “Patto di servizio personalizzato” nella speranza di ottimizzare la ricerca e trovare, quanto prima, qualcuno che assume. Numeri alti negli ultimi 10 anni. Il 2011 si era chiuso a 3.294 disoccupati; il 2012 con 3.615; il 2013 con 4.078; il 2014 con 4.940; il 2015 con 4.882; il 2016 con 5.025; il 2017 con 3.906; il 2018 con 4.075; infine il 2019 con 3.955 e, per il 2020, con 3.863. L’apice nel 2016 quando è stata superata, di poco, quota 5mila persone senza lavoro: in quell’anno, nell’ambito della crisi dell’Antonio Merloni, infatti, i dipendenti dalla cassa integrazione passarono alla mobilità.


Riguardo ai dati 2020 è argomento a parte la vertenza legata alla Indelfab di Fabriano, con il fallimento dell’azienda che fa capo all’imprenditore Giovanni Porcarelli. Il futuro di 562 lavoratori, di cui 294 occupati presso gli stabilimenti di Fabriano, (Santa Maria e Maragone), e 268 occupati presso la sede di Nocera Umbra-Gaifana, appare incerto. Ad oggi è confermata la cassa integrazione per cessazione attività fino al 15 novembre. Poi la Naspi, per 2 anni, con relativo licenziamento. Mettendo insieme tutti i Comuni dell’entroterra che fanno riferimento al Ciof di via Pavoni, l’anno da poco trascorso si è chiuso con 6.001 disoccupati totali tra Arcevia, Fabriano, Cerreto d’Esi, Genga, Sassoferrato e Serra San Quirico, con una diminuzione di 571 unità. Si scende dai 6.572 del 2019, ai 6.001 del 2020. Il record è stato raggiunto nel 2015 superando gli 8.400 disoccupati.

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