Calca mortale per le collane rubate alla Lanterna Azzurra, l’ottavo ragazzo sceglie l’abbreviato

Calca mortale per le collane rubate alla Lanterna Azzurra, abbreviato per l'ottavo ragazzo
Calca mortale per le collane rubate alla Lanterna Azzurra, abbreviato per l'ottavo ragazzo
di Federica Serfilippi
3 Minuti di Lettura
Venerdì 18 Novembre 2022, 03:20

ANCONA - Anche l’ultimo rapinatore della Bassa Modenese procederà con il rito abbreviato per la strage della Lanterna azzurra. È proseguita ieri mattina davanti al gup Francesca De Palma l’udienza preliminare nei confronti di Riccardo Marchi, 24enne bolognese collocato dalla procura alla Lanterna Azzurra nella notte dell’8 dicembre 2018 come affiliato dei sei della Bassa Modenese, già condannati fino al secondo grado di giudizio per la tragedia che portò, oltre a scippi e rapine all’interno del locale, alla morte di sei persone e al ferimento di altre duecento. 

 
A Marchi, mai arrestato e rimasto sempre indagato a piede libero (il gip aveva rigettato la richiesta di custodia cautelare), vengono contestati gli stessi reati (ad eccezione dell’associazione a delinquere, particolare non di poco conto) attribuiti alla banda: omicidio preterintenzionale, lesioni personali, furto e rapina.

Gli episodi furtivi sarebbero stati commessi per rubare le collane indossate dai giovani presenti in discoteca. La difesa di Marchi, rappresentata dall’avvocato Cristiano Pertinenzi, aveva chiesto al gup di procedere con l’abbreviato condizionato all’audizione di due testimoni. Si tratta di due ragazzi, “autisti” la notte della tragedia dei componenti della gang. Ieri mattina il giudice ha rigettato la richiesta: si procederà con l’abbreviato secco. La discussione è prevista per il 30 marzo 2023.

In quella data sarà ormai certo il destino dei sei della banda dello spray: l’udienza in Corte di Cassazione è infatti fissata per il 12 dicembre, a quattro giorni di distanza dal quarto anniversario della strage dove persero la vita cinque adolescenti, una giovane mamma, e dove rimasero ferite circa 200 persone. Marchi ha sempre negato le accuse. «Non c’era a Corinaldo quella sera, la sua presenza lì non emerge nemmeno dai tabulati telefonici» la tesi difensiva. Il 24enne, intercettato per mesi dai militari, non è stato però ritenuto dalla procura un componente in pianta stabile della banda.

Ma, in qualche modo, avrebbe partecipato agli aventi – questa l’ipotesi accusatoria – accaduti nel locale di Corinaldo, dove si trovava anche un altro ragazzo, poi morto nel corso delle indagini portate avanti dai carabinieri del Nucleo Investigativo. Questa mattina, intanto, entrerà nel vivo il dibattimento per il filone dei colletti bianchi. Sono dieci gli imputati, tra cui i sei componenti della Commissione di Vigilanza che nell’ottobre del 2017 aveva concesso alla Lanterna la licenza di pubblico spettacolo pur non avendo il locale, dice la procura, i requisiti tecnici e di sicurezza.

Oggi sfileranno i primi testimoni dell’accusa, rappresentata dai pm Paolo Gubinelli e Valentina Bavai. Circa 250, finora, i testimoni citati da ambo le parti. Per la vicenda della discoteca trappola sono già stati giudicati (7 condanne e 2 patteggiamenti) gli addetti alla sicurezza, i proprietari dell’immobile e una parte dei soci della Magic, società che gestiva il locale Le pene: dai 2 ai 5 anni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA