Fiumi di droga, Ancona è un capoluogo stupefacente: aumenta l’uso di cocaina, eroina e cannabis

"Antidoping" sulle acque reflue da parte dell’Istituto Mario Negri tra 2020 e 2022: consumo al di sopra della media nazionale

Fiumi di droga, Ancona è un capoluogo stupefacente: aumenta l’uso di cocaina, eroina e cannabis. Foto generica
Fiumi di droga, Ancona è un capoluogo stupefacente: aumenta l’uso di cocaina, eroina e cannabis. Foto generica
di Gianluca Murgia
4 Minuti di Lettura
Venerdì 4 Agosto 2023, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 17:34

ANCONA - C’è un mondo sommerso. Quello delle acque reflue marchigiane da cui emergono, grazie allo studio effettuato dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, vizi e stravizi degli anconetani. Il capoluogo di regione si trova infatti abbondantemente al di sopra della media nazionale per l’uso di cannabis con 63,93 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti (media tra le 4 campagne di analisi effettuate in 2 anni), nell’utilizzo di cocaina (media 11,58) e anche in quello dell’eroina (media 5,93).  



Media nazionale superata


Immaginatelo come un test antidoping su scala nazionale. I risultati sono stati pubblicati nella relazione annuale 2023 del Dipartimento per le Politiche Antidroga della presidenza del Consiglio (che ne ha finanziato lo studio) prendendo in esame, attraverso 4 rilevamenti (da novembre 2020 ad aprile 2022), i residui metabolici delle sostanze stupefacenti arrivate ai depuratori in 33 città di 20 regioni. Oggetto di studio sono stati i trend di consumo delle sostanze psicoattive “maggiori” (cocaina, amfetamina, ecstasy, metamfetamina, eroina e cannabis) e l’identificazione sul territorio italiano dell’uso di nuove sostanze psicoattive (NPS).


Covid, picco dorico 

 

Ancona segna un aumento nel consumo di eroina, un ritorno della cocaina e, in controtendenza, una lieve diminuzione (sempre su parametri alti) della cannabis. Nel dettaglio: per la cocaina siamo passati in circa 2 anni (novembre 2020-aprile 2022, compresi i periodi blindati del Covid) da 11 a 12 dosi ogni 1.000 abitanti (il picco più alto, con 12.5, a maggio 2021 contro una media nazionale di 11). Per la cannabis 49,4 dosi ogni 1.000 abitanti nel 2020, 79,8 a maggio 2021, 65,8 a novembre 2021 e 60,7 ad aprile 2022 (il dato medio nazionale è 51). Allarme per l’uso dell’eroina: 4 dosi ogni 1.000 abitanti nel 2020, 7,2 a maggio 2021, 4,4 a novembre 2021 e poi l’impennata con 8,1 ad aprile 2022 (il dato medio di consumo nazionale di eroina è di 3 dosi al giorno per 1.000 abitanti). Questo pone Ancona, insieme a Perugia, Campobasso e Terni, ai vertici nazionali.


 

Cresce l’ecstasy


Seppur con numeri molto inferiori (ma sempre superiori alla media nazionale, dove Roma segna il consumo più elevato), nel capoluogo dorico cresce anche il consumo delle dosi di metamfetamina (da 0,09 del novembre 2020 a 0,18 dosi ogni 1.000 abitanti dell’aprile 2022) ed ecstasy (dallo 0,04 del novembre 2021 al 0,09 dosi dell’aprile 2022). 

Lo studio

In generale – spiega lo studio - è stata osservata una notevole variabilità nei consumi tra le città, ad esempio per la cannabis si sono rilevati consumi maggiori di 100 dosi al giorno per 1.000 abitanti a Nuoro, Bologna, Fidenza, Cagliari, Trento e Trieste e consumi pari a 12 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti a Belluno.

Per il consumo di cocaina, si osservano i valori più elevati, maggiori di 20 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti, a Pescara, Montichiari, Venezia, Fidenza, Roma, Bologna, Merano, mentre i consumi più bassi, compresi tra 1 e 4 dosi al giorno per 1.000 abitanti, si rilevano a Belluno e Palermo.

La metodica iniziata nel 2005

«Il progetto “Acque reflue” ha sviluppato una rete di rilevamento nazionale che ha incluso complessivamente 33 centri urbani equamente distribuiti in 20 regioni italiane» spiega Sara Castiglioni, capo del laboratorio di Indicatori Epidemiologici Ambientali dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. La misura dei consumi di sostanze stupefacenti nella popolazione italiana è stata effettuata attraverso l’“epidemiologia delle acque reflue”, una metodica che analizza i residui metabolici (i prodotti di scarto umani) delle sostanze stupefacenti nelle acque reflue urbane arrivate ai depuratori, per stimare quali e quante sostanze vengono complessivamente consumate da tutta la popolazione.

«La metodologia delle acque reflue – continua Sara Castiglioni – è stata sviluppata dal nostro Istituto nel 2005 e ha riscosso un grande interesse internazionale sia a livello scientifico sia da parte degli addetti ai lavori; oggi è applicata a cadenza annuale in Europa per valutare i trend di consumo delle sostanze stupefacenti principali. Grazie al Dipartimento Politiche Antidroga siamo stati in grado di applicare questa metodologia, per la prima volta, anche in Italia a livello nazionale dal 2010».

Mdma e Ketamina

L’analisi delle acque reflue ha permesso di rilevare anche il consumo di nuove sostanze psicoattive, seppur a livelli molto più contenuti rispetto alle droghe “classiche”. Lo studio ha evidenziato la presenza di catinoni sintetici, stimolanti del sistema nervoso centrale in grado di imitare gli effetti della cocaina, amfetamina o MDMA. Particolare attenzione è stata data ai derivati sintetici del fentanile, farmaco oppiaceo derivato dalla morfina, che per la loro potenza farmacologica risultano particolarmente pericolosi. L’uso della ketamina si riscontra in quasi tutte le città analizzate con carichi medi nazionali attorno a 5 mg al giorno per 1.000 abitanti. Si sono rilevati consumi medi di ketamina al di sopra della media nazionale in alcuni capoluoghi di regione quali Bologna, Cagliari, Firenze, Milano, Torino e Venezia. Nel periodo di studio è emerso inoltre un aumento del consumo di ketamina in alcune città quali Milano (da 6 a 14 mg al giorno ogni 1.000 abitanti), Bologna (da 12 a 22), e Firenze (da 8 a 18).

© RIPRODUZIONE RISERVATA