Cimitero, lavori infiniti: si prega dietro le transenne e c’è chi attende da cinque mesi una sepoltura

Cimitero, lavori infiniti: si prega dietro le transenne e c’è chi attende da cinque mesi una sepoltura
Cimitero, lavori infiniti: si prega dietro le transenne e c’è chi attende da cinque mesi una sepoltura
di Antonio Pio Guerra
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Lunedì 6 Novembre 2023, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 12:33

ANCONA - Un ponte dedicato (anche) ai defunti a dimenticare da dimenticare quello dei visitatori del cimitero di Tavernelle. Specialmente per i parenti e gli amici dei cari sepolti nel blocco 23, quello che sta proprio davanti all’ingresso sette della necropoli. Qui le salme sono ostaggio da anni di un cantiere di cui ancora oggi non si riesce ad intravedere la fine.


Il calvario


L’unica data certa è quella del 28 marzo 2022, quando - come da cartello cantiere - sono cominciati i lavori di restauro approntati dall’allora giunta Mancinelli nell’ottobre del 2021.

Novantuno i giorni previsti per il completamento degli interventi, con il libera tutti originariamente programmato per la fine di giugno del 2022. La realtà è però ben diversa e quel cantiere esiste ancora oggi, a diciassette mesi dall’ultimatum originale. «È triste, specialmente per una persona anziana che viene al cimitero una volta l’anno per la festa dei morti» lamenta la signora Orietta Bordini dopo essere stata bloccata dalle transenne mentre cercava di entrare nei corridoi coperti sella serie XXXIII per salutare i suoi cari. Come lei, tanti altri sono stati costretti a cercare i nomi delle persone per loro più importanti attraverso le piccole fessure della rete arancione in plastica che circonda e delimita l’intero cantiere. 


L’unico modo di vedere qualcosa di più è accovacciarsi i per guardare attraverso i lucernari che dal piano seminterrato danno verso la strada. O sfruttare le grosse finestre nel caso in cui il proprio defunto si trovi ai piani superiori, visto che anche le scale sono interdette causa lavori. «Io non ho mai visto nessuno lavorare» dice la signora Orietta. Tra le tombe impolverate ed i fiori secchi si scorgono pale, cazzuole ed altri utensili ma degli operai non c’è traccia. Restano il malumore e la tristezza, il rammarico di aver dovuto abbandonare dietro una transenna i propri affetti. Per altri, invece, la questione è ancora più seria - se possibile. Come nel caso del signor Augusto Venanzi, che a causa dei ritardi nei lavori sta aspettando da maggio scorso di poter seppellire la madre.

«È assurdo dover attendere cinque mesi per una degna sepoltura» è il suo sfogo. Ma quello della serie XXXIII non è l’unico problema che affligge il cimitero di Tavernelle. Come già denunciato dal Corriere Adriatico nelle scorse settimane, la necropoli più importante di Ancona - con le sue circa 65mila salme - già soffre (tra gli altri) lapidi in frantumi e vegetazione selvaggia. Come a dire: oltre ai problemi cronici di questo cimitero, alla fine tocca occuparsi anche dei problemi creati da chi era stato chiamato a risolverne di altri. Che siano questi, in fondo, i veri fantasmi di Tavernelle? Di sicuro sono quelli che fanno più paura.

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