La Manifattura Tabacchi di Chiaravalle è all’asta: ecco la sfida tra due multinazionali straniere

La Manifattura Tabacchi è all’asta: ecco la sfida tra due multinazionali straniere
La Manifattura Tabacchi è all’asta: ecco la sfida tra due multinazionali straniere
di Gianluca Fenucci
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Venerdì 15 Settembre 2023, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 11:59

CHIARAVALLE Due cordate, entrambe facenti riferimento a multinazionali straniere, una statunitense ed una nordafricana, sono interessate ad acquisire la Manifattura Tabacchi di Chiaravalle che è all’asta. Due aste sono andate deserte e nel luglio scorso i curatori fallimentari hanno fissato la base d’asta a 4 milioni di euro. Ora il prezzo è stato ulteriormente ribassato a circa 2 milioni di euro, prezzo molto basso rispetto al valore di immobili e macchinari e anche storico della struttura. 

 
I tempi 


L’asta scadrà lunedì con la consegna delle buste ma le due cordate di imprenditori molto interessati ad acquisire la manifattura chiedono più tempo per presentare offerte.

Entrambe le cordate lavorano con grandi investimenti e fatturati nel mondo del tabacco e sono interessati a incrementare il volume d’affari e anche l’occupazione di un opificio che ha fatto la storia di Chiaravalle e del territorio. Martedì scorso i rappresentanti della cordata americana, supportati da un legale, un commercialista ed un consulente tutti europei, hanno visitato la Manifattura Tabacchi ed hanno approfondito la conoscenza delle strutture e macchinari, intrattenendosi con alcuni lavoratori. 


Gli imprenditori hanno chiesto un’estensione dell’asta ed hanno scritto ai curatori che è loro intenzione implementare l’offerta. Gli americani avrebbero garantito un impegno imponente, si parla di investimenti per circa 10 milioni di euro in nuovi macchinari che dovrebbero essere acquistati dalla GD di Bologna, azienda leader nelle macchine per la produzione e confezionamento di sigarette, filtri e prodotti per il tabacco. Con questi investimenti la fabbrica chiaravallese potrebbe produrre in un mese ciò che attualmente produce in un anno con un conseguente incremento delle assunzioni e ricadute positive per tutto il territorio.


Attualmente nella storica Manifattura di Chiaravalle lavorano 75 persone, alcune delle quali impiegate negli uffici romani della ITM, Italian Tobacco Manufactoring, azienda che gestisce l’opificio. All’interno dell’opificio si producono le sigarette 821 e Futura, tra i marchi maggiormente richiesti e venduti sul mercato. Quella dell’industria chiaravallese è una storia lunga oltre 265 anni. Una parabola felice che negli ultimi decenni si è trasformata in una telenovela. Le sigaraie che percorrevano a piedi il lungo viale di platani che collegava la manifattura alla città hanno rappresentato l’esempio più fulgido dell’emancipazione femminile così come l’incunabolo, l’asilo nido interno alla fabbrica, che già nei primi decenni del ‘900 ospitava i figli di lavoratori e lavoratrici ed era in eccezionale anticipo sui tempi. 


La storia 


Gli edifici della manifattura furono progettati da Pier Luigi Nervi, il celebre ingegnere che collaborò con Le Corbusier e progettò anche l’aula delle udienze pontificie in Vaticano. Nel 1960 la manifattura dava lavoro a oltre 110 persone, negli anni ‘80 c’erano ancora 900 occupati. Poi il declino, inesorabile e continuo, per via del decremento del consumo di sigarette e tabacco ma anche della cecità di amministratori e politici. Ora sembra esserci una nuova scialuppa di salvataggio su cui, probabilmente, è necessario salire in fretta.

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