«Dai, vieni a casa mia». Poi violenta la ex e le spilla pure i soldi. Camionista di Jesi in cella, aveva già il braccialetto elettronico

«Dai, vieni a casa mia». Poi violenta la ex e le spilla pure i soldi. Camionista di Jesi in cella
«Dai, vieni a casa mia». Poi violenta la ex e le spilla pure i soldi. Camionista di Jesi in cella
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 24 Gennaio 2024, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 11:56

ANCONA Dai domiciliari con il braccialetto elettronico al carcere di Montacuto. È stato arrestato lunedì dalla Squadra Mobile il 40enne jesino accusato di violenza sessuale e lesioni personali nei confronti della ragazza con cui aveva avuto una breve relazione. Lo scorso ottobre, il gup Francesca De Palma lo ha condannato in abbreviato a scontare 5 anni, 4 mesi e 20 giorni di reclusione. Essendo diventata definitiva la pena, l’uomo - che lavora come autotrasportatore - è finito in carcere. Aveva affrontato il processo mentre aveva pendente la misura cautelare dei domiciliari con il braccialetto elettronico. 

I fatti

L’indagine della Squadra Mobile era scattata lo scorso inverno dopo la denuncia sporta dalla ragazza, una 20enne di Falconara, che sosteneva di essere stata abusata dall’uomo con cui l’estate precedente aveva avuto una breve relazione. L’episodio preso in esame dalla procura si riferiva all’ottobre del 2022. Da quanto ricostruito nella fase investigativa, gli abusi denunciati dalla ragazza si collocavano all’interno una relazione complessa e piena di implicazioni emotive che hanno condizionato la vita vittima, assistita dall’avvocato Alessandro Scaloni.

La giovane non avrebbe accettato la fine della storia. Una rottura decisa dal 40enne, con un lavoro saltuario da autotrasportatore e all’epoca disoccupato.

La vittima - sempre secondo quanto ricostruito - avrebbe però cercato di riavvicinarsi all’ex, assecondando le sue richieste. È in questa maniera che lui si sarebbe approfittato della giovane, chiedendole dei soldi. Nel corso del riavvicinamento tra la coppia, l’uomo - che aveva bisogno di un aiuto perché in quel momento non stava lavorando - avrebbe incassato circa 500 euro dalla 20enne. I soldi sarebbero stati elargiti in diverse tranche. Da specificare che all’imputato non è mai stato contestato il reato estorsivo: il denaro sarebbe stato consegnato spontaneamente dalla ragazza, per aiutare in quel momento l’ex in difficoltà. Questo il contesto ricostruito dalla procura in merito alla violenza: l’uomo avrebbe invitato insistentemente l’ex a salire a casa sua e qui l’avrebbe costretta a subire abusi sessuali, nonostante il dissenso della giovane. Lei, nel tentativo di difendersi, aveva subito delle ecchimosi alle cosce e a una spalla. Di qui, la contestazione delle lesioni personali.

La difesa

L’imputato ha sempre rigettato ogni accusa, tanto che dopo la lettura delle motivazioni della sentenza ricorrerà in appello. Non ci sarebbe stata alcuna violenza, bensì un rapporto consensuale. La denuncia della ragazza sarebbe stata una sorta di vendetta per far pagare al 40enne la decisione di troncare la relazione affettiva. Lui è stato difeso dall’avvocato Federico Liuti.

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