Zona rossa, tutti a spasso e picnic in riva al mare. Raffica di multe, chiuso per 5 giorni un minimarket

Lo struscio sul Viale della Vittoria
Lo struscio sul Viale della Vittoria
di Stefano Rispoli
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Lunedì 8 Marzo 2021, 01:50

ANCONA - Zona rossa? Fino a un certo punto. A guardare gli scatti dello struscio al Viale, dei picnic in spiaggia al Passetto e dei parchi affollati (quelli non chiusi a chiave dal Comune), tutto si può pensare fuorché a un’epidemia dilagante. Gli anconetani sembrano non aver paura del virus, nonostante un residente su cento sia attualmente positivo e non ci sia fine all’impennata di contagi, tanto che gli ospedali sono al collasso e i posti letto sono pressoché esauriti. Ma evidentemente gli appelli non bastano e nemmeno la minaccia delle multe, che pure sono fioccate nel fine settimana. 

 
Il prefetto Antonio D’Acunto aveva lanciato un appello ai cittadini a stare a casa e aveva invitato le forze dell’ordine a rafforzare i controlli durante il weekend proprio per garantire il rispetto delle regole contro il Coid. Sul primo aspetto c’è molto da riflettere. Rinchiudersi fra quattro mura in una domenica di sole è stato impossibile per molti. Irresistibile la tentazione di uscire anche solo per prendere una boccata d’aria. D’altronde, la giustificazione per spostarsi si trova sempre: la passeggiata con il cane, la corsetta, la spesa, un salto in farmacia o dal tabaccaio per le sigarette. Nel mare di deroghe previste anche in zona rossa, i controlli lasciano il tempo che trovano, anche se i furbetti prima o poi finiscono nella rete tesa dalle forze dell’ordine. 
I carabinieri, ad esempio, tra venerdì e sabato sera hanno elevato una raffica di multe per il mancato rispetto delle normative anti-Covid: 17 più due denunce. A finire nei guai, tra gli altri, un 28enne anconetano che viaggiava in auto con la fidanzata dopo le 22, ubriaco e senza giustificato motivo. La coppia è stata fermata dai carabinieri a Falconara durante un controllo. Per entrambi sono scattate maxi sanzioni da 400 euro a testa, ma il ragazzo è stato anche denunciato per guida in stato d’ebbrezza (nel sangue, un tasso di 1,74 g/l), con tanto di ritiro della patente. Combo denuncia-multa anche per un 43enne anconetano fermato a Falconara dai carabinieri di Collemarino, durante il coprifuoco: gli è stato sequestrato un coltello a serramanico lungo 25 centimetri, a tutti gli effetti un’arma abusiva. Ma c’è anche chi gira ubriaco per la città di notte, nonostante le restrizioni, come il somalo di quarant’anni e la 41enne della Repubblica Ceca, entrambi con precedenti, sorpresi in corso Stamira mentre, in preda ai fumi dell’alcol, urlavano e litigavano. Hanno rimediato una sanzione da capogiro da 500 euro a testa per la violazione delle norme anti-contagio e per l’ubriachezza molesta. 
E sempre in corso Stamira i carabinieri hanno chiuso per cinque giorni un minimarket gestito da un commerciante bengalese che riceveva clienti senza indossare la mascherina. «Non ce l’ho perché sto mangiando delle noccioline»: così si è giustificato con i militari che non hanno potuto certo chiudere un occhio di fronte al suo comportamento. Il negoziante, oltre a tenere la serranda abbassata per cinque giorni, dovrà pagare una multa salata. Nel weekend i carabinieri hanno sanzionato altre 11 persone sorprese a circolare senza un valido motivo, nonostante l’istituzione della zona rossa nel capoluogo. 
Ma hai voglia a multare se poi ci sono mille scuse per uscire.

Tenere in casa gli anconetani, in questo primo assaggio di primavera, è davvero dura e il confronto con il primo lockdown di un anno fa proprio non regge. Quella di ieri sembrava una domenica come tante. Centinaia di persone a spasso sul Viale, in corso Garibaldi o stese al sole sui gradoni del Monumento ai Caduti. C’è chi si è concesso un picnic in spiaggia al Passetto, chi ha portato bimbi e nipoti sull’altalena in piazza Diaz o nei giardinetti non ancora interdetti. In giro, decine di runner e bikers, per non parlare di mamme con i passeggini e persone a spasso con il cane. Ma se la legge lo consente, inutile appellarsi al buon senso e alla responsabilità del singolo. 

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