Caro affitti e autobus troppo pieni. L'università torna in presenza, ma gli studenti avvertono: "Restiamo a casa"

La Facoltà di Ingegneria di Ancona
La Facoltà di Ingegneria di Ancona
di Stefano Rispoli
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Giovedì 28 Gennaio 2021, 07:20

ANCONA - Caro affitti e incubo trasporti: due buoni motivi per restare a casa. La Politecnica delle Marche è pronta a riaprire i battenti dal 1° febbraio, come ha annunciato al Corriere Adriatico il rettore Gian Luca Gregori, ma le previsioni, a sentire gli universitari, non sono incoraggianti: molti studenti fuori sede sembrano intenzionati a continuare a seguire le lezioni da remoto, abitudine consolidata durante il lockdown. Perché? «Con la crisi non tutti possono permettersi affitti che, in media, a Torrette e in centro superano i 200-220 euro mensili per una singola. Ma soprattutto, molti hanno paura a viaggiare sugli autobus pieni» spiega Marco Centanni, coordinatore della Lista Gulliver-Udu Ancona. 

 
Il tema dei trasporti è il più sentito. L’associazione culturale universitaria ha distribuito dei questionari tra gli studenti e il feedback non lascia spazio a dubbi. «Molti ritengono che la rete di trasporto locale non sia adeguata: temono la circolazione del virus a causa del mancato rispetto delle distanze nelle ore di punta, specialmente al ritorno. Senza un’implementazione del sistema di trasporto pubblico, a febbraio molti non frequenteranno l’università proprio per non trovarsi a viaggiare su bus pieni». Eppure Conerobus ha incrementato il numero di corse e mezzi, nel rispetto della capienza al 50%, in previsione del ritorno a scuola degli studenti delle superiori. «Ma non basta - rileva Centanni -. Non è possibile che in una città come Ancona per spostarsi dal polo di Monte Dago a quello di Torrette ci si impieghi un’ora. Mancano collegamenti tra le varie facoltà: è una carenza molto sentita. Non l’unica». 
Già. Perché lo studente universitario nel capoluogo «viene ancora visto come un peso, più che una risorsa. Tutti sostengono che Ancona abbia un grande potenziale non sfruttato.

Mancano servizi essenziali, come una biblioteca comunale in cui studiare anche nel weekend, spazi verdi facilmente accessibili, luoghi di aggregazione: l’unico è piazza del Papa. È assurdo che una realtà con circa 15mila studenti non si sia ancora evoluta da questo punto di vista: c’è molto da fare». Si conferma dunque l’immagine di una città non abbastanza universitaria, che fatica a compiere quel salto di qualità auspicato da tempo, proprio per la carenza di servizi giudicati essenziali dai diretti interessati. Uno su tutti? L’offerta di alloggi a basso costo. «Quelli garantiti dall’Erdis (l’Ente regionale per il diritto allo studio, ndr) non sono sufficienti, soddisfano poco più della metà della domanda - puntualizza il coordinatore locale della Lista Gulliver -, anche se quest’anno il problema si è fatto sentire in misura minore proprio per l’emergenza Covid che ha imposto delle restrizioni e ha costretto gli universitari a restare a casa». Di buono c’è che il servizio a distanza offerto dalla Politecnica delle Marche ha funzionato egregiamente. «L’organizzazione si è dimostrata molto precisa, le lezioni in presenza non sono mai state sospese per gli studenti del primo anno e da febbraio si tornerà in aula, ma su prenotazione, nei limiti delle capienze». Anche il servizio mensa ha sempre funzionato in modo corretto, garantendo l’erogazione dei pasti da asporto. Ora la battaglia è un’altra: la riduzione delle tasse universitarie. Quest’anno l’esenzione è stata totale per famiglie con reddito Isee fino a 20mila euro. Ma dal prossimo anno accademico? «Speriamo che il Governo aumenti i fondi, altrimenti andremo incontro a un crollo delle iscrizioni - avverte Centanni -. E alla Regione chiediamo un nuovo bando, con meno paletti, per il contributo all’affitto per gli studenti fuori sede». 

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