Torrette, stop al palazzo direzionale. È battaglia legale: cacciata l’impresa

Torrette, stop al palazzo direzionale. È battaglia legale: cacciata l’impresa
Torrette, stop al palazzo direzionale. È battaglia legale: cacciata l’impresa
di Stefano Rispoli
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 24 Gennaio 2024, 05:10 - Ultimo aggiornamento: 11:55

ANCONA Via tutti. Sono cominciate ieri le operazioni di sgombero dell’area antistante al vecchio ingresso dell’ospedale regionale, dove della palazzina direzionale da 5mila mq che, sulla carta, doveva venire alla luce l’agosto 2022, ci sono solo le fondamenta: poco meno di 150 pali profondi 24 metri. I vertici di Torrette hanno ordinato la rimozione del cantiere alla Cogepa Spa, l’impresa edile napoletana che per due volte si è aggiudicata l’appalto, riformulato in corsa per i prezzi schizzati alle stelle e lievitato da 7,2 a 10 milioni di euro, complice anche una variante. È l’ennesimo stop di un cantiere maledetto, che doveva essere già chiuso ormai un anno e mezzo fa.

Il ricorso

La vicenda finirà in tribunale: il 7 febbraio il Tar dovrà esprimersi sul ricorso presentato lo scorso 9 gennaio dalla Cogepa che chiede l’annullamento della risoluzione del contratto d’appalto, disposta dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche a dicembre, o in subordine il risarcimento dei danni.

Nel frattempo, l’azienda napoletana, assistita dagli avvocati Antonio Donnarumma e Aldo Starace, ha fatto ricorso al tribunale civile di Ancona per chiedere un accertamento sullo stato dei luoghi e delle lavorazioni eseguite, ritenendo di essere stata danneggiata «dall’anomalo andamento dell’appalto e dalle ripetute modifiche progettuali disposte dalla stazione appaltante».

La sentenza

Il caso è intricatissimo. Alla decisione di stracciare il contratto d’appalto, aggiudicato per 7,9 milioni grazie a un ribasso d’asta del 15,96%, i vertici di Torrette sono giunti a dicembre, quando il Consiglio di Stato ha confermato l’interdittiva antimafia disposta dalla prefettura di Napoli. Di fronte a quel provvedimento e all’uscita della ditta dalla cosiddetta white list, spiega l’avvocato Maurizio Boifava del foro di Monza a cui l’Azienda si è affidata, l’amministrazione aveva l’obbligo di risolvere il contratto. E così è stato fatto. Il problema è che, a seguito della sentenza, la prefettura di Napoli, reputando che vi sarebbero stati solo occasionali tentativi di infiltrazione, ha deciso di revocare l’interdizione antimafia, disponendo una misura più lieve prevista dal Codice degli appalti, la cosiddetta prevenzione collaborativa, che consente all’impresa in questione di operare sotto la sorveglianza della prefettura stessa.

Le valutazioni

Forte di questo provvedimento, la Cogepa è tornata alla carica per riappropriarsi dell’appalto: ha fatto ricorso al Tar, anche se nel frattempo è costretta a dismettere il cantiere, mentre a Torrette stanno valutando lo scorrimento della graduatoria. Esattamente ciò che era avvenuto nel dicembre 2021, quando la prima aggiudicazione (sempre alla Cogepa) era stata revocata e l’appalto era stato annullato per la rinuncia della seconda classificata. In mezzo a questa battaglia a colpi di carte bollate, c’è un ospedale che trema all’idea di veder bloccato chissà per quanto il cantiere per la realizzazione della palazzina da 3 piani destinata ad ospitare la direzione generale e sanitaria e un centinaio di dipendenti sparpagliati in vari uffici della città (un costo in più per l’Azienda). L’appalto prevede la costruzione dell’edificio in 760 giorni, più altri 200 giorni nel caso vengano affidati i lavori opzionali per la realizzazione di una nuova cabina elettrica di trasformazione. Se la palazzina sorgerà già nel 2026, sarà un vero miracolo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA