ANCONA Tre capannoni divorati dalle fiamme, un super lavoro dei vigili del fuoco andato avanti per più di tre ore e un allarme che ha tenuto con il fiato sospeso i lavoratori dell’area portuale. È il bilancio del maxi incendio andato in scena giovedì notte all’interno del bacino della Fincantieri. Nessun ferito o intossicato dalla coltre di fumo, ma l’allarme è stato tale da far intervenire le squadre dei vigili del fuoco anche dai distaccamenti di Jesi e Osimo, oltre che dal comando principale di Vallemiano e dalla caserma del porto. Una decina, in tutto, i mezzi intervenuti, compresi quelli del servizio interno antincendio del cantiere navale.
I danni
Nei capannoni c’erano contenuti materiali e attrezzature (anche plastiche e oli esausti) che servono per le lavorazioni sulle navi in costruzione.
La task force
L’alert è scattato attorno alle 23 di giovedì e almeno fino alle 2 di notte sono andate avanti le operazioni per lo spegnimento delle lingue di fuoco. Domate le fiamme, si è provveduto a bonificare la zona e tenere a bada le eventuali recrudescenze. Oltre al fuoco, è stato il fumo - denso e nero - a rendere complicato l’intervento. Attraverso i rilevatori i vigili del fuoco hanno fortunatamente scongiurato la presenza di sostanze tossiche o radioattive.
La paura
Appena l’incendio si è sviluppato la mente non è potuta non andare al settembre del 2020, quando il porto era stato interessato da un maxi rogo. Le fiamme in quell’occasione avevano interessato l’area dell’ex Tubimar, distruggendo vari capannoni. Per fortuna, il copione - anche per la natura diversa dei materiali andati a fuoco - non è stato lo stesso.