Ancona, la grande fuga dal lavoro stagionale. Spiagge e bar nel caos non si trova personale: «Le selezioni deserte»

Ancona, la grande fuga dal lavoro stagionale. Spiagge e bar nel caos non si trova personale: «Le selezioni deserte»
Ancona, la grande fuga dal lavoro stagionale. Spiagge e bar nel caos non si trova personale: «Le selezioni deserte»
di Andrea Maccarone
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Mercoledì 20 Marzo 2024, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 13:25

ANCONA “Cercasi personale”. Riaffiorano gli avvisi all’ingresso delle attività stagionali della riviera. Dalla caccia disperata ai professionisti della ricettività non si salva nessuno: balneari, ristoranti, bar. «Quest’anno è addirittura peggio di quello scorso» sentenzia Maurizio Sonnino, titolare della Capannina a Portonovo. «Arrivano richieste di informazioni, poi non si presentano al colloquio» fa sapere Annapaola Guagenti, titolare dello stabilimento Da Romano a Palombina. Il problema, detta degli operatori, non è la paga. «Sotto l’aspetto economico non facciamo mancare nulla» assicura Edoardo Rubini, storico balneare dello stabilimento Da Emilia a Portonovo. A tenere lontani i giovani dal lavoro stagionale sarebbero i turni massacranti, ma del resto chi lavora nel turismo, in estate e in una località di mare, non può pretendere che la routine non sia intensa.


Balneari in pressing 

In spiaggia grava la forte carenza di bagnini di terra e parcheggiatori. «Negli anni è cambiato tutto - afferma Luca Paolillo, presidente dell’associazione Bagnini della Riviera del Conero e titolare dello stabilimento Taunus di Numana -.

Un tempo te li sceglievi tu i collaboratori, oggi ti scelgono loro». Trovare i bagnini di terra, ovvero quelle figure che si occupano di sistemare la spiaggia prima e dopo l’arrivo degli avventori, è un terno al Lotto. «Non lo vuole più fare nessuno questo tipo di lavoro» lamenta Paolillo. «Sono 7 ore al giorno per 10 euro all’ora - fa presente il titolare dello stabilimento Taunus -. Che poi effettive saranno 4 ore di lavoro, perché una volta che la spiaggia si è riempita non c’è molto da fare. Dalle 18 si fa l’ultimo servizio della giornata, chiudendo gli ombrelloni e sistemando i lettini». «Anche i parcheggiatori sono una rarità» riprende Sonnino. Peggio ancora la situazione sul fronte ristoranti e bar. Il personale sembra essere veramente un miraggio. «Il fatto è che la gente cerca un lavoro più stabile, più duraturo. L’impiego stagionale non attira più i giovani, come invece era una volta» spiega Rubini.

La tendenza 

Si sta, invece, affacciando un fenomeno nuovo: «Vengono molti adulti a chiedere di poter lavorare - continua Rubini -, e di certo il lavoro qui non manca». In linea di massima, le brigate di cucina le hanno messe tutti in cassaforte. I cuochi, chi ce li aveva dalle stagioni precedenti se li è tenuti ben stretti. L’allarme è sul personale di sala. «Sono sempre meno gli italiani che si fanno avanti in questo settore - spiega Guagenti -. Da anni ho dei ragazzi extracomunitari, che ormai sono perfettamente integrati. Non si fanno problemi a lavorare e a sopportare i turni intensi che sono parte integrante del nostro settore». La stagione inaugura ufficialmente tra un paio di settimane. Giusto il tempo di rodare il meccanismo e poi si entra nel vortice a partire dalla fine di maggio. «Gli annunci li abbiamo messi, aspettiamo di vedere chi si presenta...se si presenta - commenta Sonnino, che sembra aver trovato una soluzione al problema -. Ad un certo punto, posso anche rinunciare all’esperienza pregressa a fronte di una cordialità che è fondamentale per chi sta al pubblico. Il cliente perdona meglio un errore commesso, se alla base c’è il garbo e l’educazione».

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