Mezzaluna d'oro, eroina per un milione di euro dal Pakistan: altri tre arresti per sgominare la banda di "ovulatori"

Mezzaluna d'oro, un fiume di eroina dal Pakistan: altri tre arresti per sgominare la banda
Mezzaluna d'oro, un fiume di eroina dal Pakistan: altri tre arresti per sgominare la banda
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Mercoledì 25 Maggio 2022, 13:43 - Ultimo aggiornamento: 15:50

ANCONA - Un fiume di eroina (un milione di euro il giro d'affari stimato solo per lo stupefacente sequestrato) verso le Marche tramite corrieri che ingoiano ovuli: altri tre arresti della Squadra Mobile di Ancona, nell'ambito dell'operazione "Mezzaluna d'oro". Sono stati assicurati alla giustizia due cittadini pakistani e di una donna di origine slovacca naturalizzata italiana.

Gli ulteriori provvedimenti eseguiti nelle ultime ore, scaturiscono al termine di un’articolata attività di indagine, nel corso della quale, sono stati già arrestati in flagranza 20 soggetti prevalentemente di origine straniera, ma anche italiani, tutti dediti al traffico internazionale di droga, del tipo eroina.

Uno dei due cittadini stranieri, coinvolto in passato per vicende analoghe, in altre regioni italiane, sul territorio nazionale da diverso tempo, era considerato il “factotum” dell’organizzazione, al cui vertice era collocata una famiglia di connazionali.

L’uomo si occupava nel dettaglio dell’intera filiera allestita per l’introduzione della droga sul suolo italiano. In particolare, servendosi di diversi connazionali, suoi diretti bracci operativi, organizzava ed attuava i viaggi da e per il Pakistan. L’uomo, era il tassello più rilevante del gruppo interamente disarticolato durante l’attività investigativa durata oltre un anno. Nel corso dell’indagine, oltre all’arresto in flagranza dei vari soggetti, aventi diversi ruoli in seno al sodalizio, tra cui ovulatori, sono stati posti sotto sequestro circa 4,5 Kg di eroina. Con lui sono stati associati in carcere un altro cittadino pakistano, avente un ruolo di manovalanza alle dipendenze dell’organizzazione, ed una donna di origine slovacca, che costituiva una delle maglie della rete di vendita, nello specifico nel capoluogo dorico. L’illecita attività di traffico e spaccio della sola sostanza rinvenuta e sequestrata, avrebbe permesso di guadagnare ingenti somme di denaro nell’ordine di circa 1.000.000 di euro.

L’organizzazione criminale si avvaleva dello sfruttamento di cittadini pakistani che versavano talvolta in condizione di necessità. Nello specifico i connazionali bisognosi venivano arruolati ed indotti a trasportare, attraverso le varie rotte internazionali, medianti viaggi gravosi e rischiosi, quantitativi di droga che oscillavano tra i 400 e i 600 grammi per ciascun ovulatore.

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