Ancona, la sfida lanciata dagli operatori del centro: «I dehors attirano i turisti? Allora cambiate le regole e fateci aprire tutto l’anno»

Ancona, la sfida lanciata dagli operatori del centro: «I dehors attirano i turisti? Allora cambiate le regole e fateci aprire tutto l’anno»
Ancona, la sfida lanciata dagli operatori del centro: «I dehors attirano i turisti? Allora cambiate le regole e fateci aprire tutto l’anno»
di Andrea Maccarone
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Venerdì 10 Novembre 2023, 04:15 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 07:25

ANCONA Le voci degli esercenti di corso Mazzini (accanto alla Fontana delle 13 Cannelle) diventano un coro unico: «Lasciate i nostri dehors aperti tutto l’anno». Il vincolo della Soprintendenza, che limita le strutture all’aperto alla stagionalità di 7 mesi - dal 1° aprile al 31 ottobre - viene vissuto dagli operatori come una ghigliottina per i loro affari. Ma non solo: «È una questione di accoglienza a turisti e cittadini - sottolinea Simone Boari, titolare di Rosa Food -. Quando qualcuno arriva qui e vede il vuoto, pensa che siamo chiusi e se ne va». Insomma, da una parte i paletti imposti dal decreto ministeriale. Dall’altra i commercianti che chiedono di allentare il giogo. In mezzo l’amministrazione comunale che ha il gravoso compito di mediare. Chi la spunterà? «Il sindaco si sta dando da fare - continua Boari -, siamo fiduciosi».


Le aspettative 

Per ora le feste natalizie sono salve grazie al decreto Milleproroghe che consente agli esercenti di quella parte di città di tenere aperti i dehors fino al 31 dicembre.

Ma poi? Che succederà? «Il nostro auspicio è di riuscire a superare il vincolo - si augura Annalisa Baldinelli, titolare del Chiosco Da Morena -. Per noi la soluzione ideale è rimanere aperti tutto l’anno». Per la storica attività anconetana, avviata addirittura negli anni ‘50 da Amedeo Sabbatini e proseguita dalla moglie Morena fino al 2021 quando poi è passata nelle mani di Annalisa Baldinelli, l’area esterna è fondamentale perché non ha spazi interni da poter sfruttare. Quindi, anche i mesi invernali, quelli considerati più fiacchi per l’utilizzo dell’outdoor, potrebbero essere messi in cassaforte. «Che poi non è vero che non c’è passaggio durante l’inverno - puntualizza Saul Breccia, responsabile della Bontà delle Marche -. Si lavora lo stesso e nelle giornate più soleggiate i clienti preferiscono stare di fuori». 

Il paragone 

Quello che fa più imbestialire gli esercenti è la disparità di trattamento rispetto ai colleghi del resto del centro, dove l’assenza di vincoli permette loro di mantenere i dehors aperti tutto l’anno. «Qui no - ribatte Boari -, l’unico posto in tutta la città. Una misura assurda che penalizza noi e il servizio che vorremmo dare ai turisti. Ne guadagnerebbe l’immagine stessa della città. E invece ci diamo la zappa sui piedi». Boari ne fa una questione di accoglienza. Guarda alle città d’arte italiane: «Venezia, Firenze - cita - in pieno centro, dove per altro non mancano di certo le bellezze monumentali, ci sono bar e attività con dehors e paratie. Proprio non capisco perché in questo posto non si può». Gli va dietro Breccia: «Servirebbe magari dare uniformità alle strutture - continua -, colori e forme uguali per tutti. Poi ognuno avrà anche la sua grandezza dello spazio, ma dare un’immagine omogenea e coordinata è fondamentale per chi arriva».

Tra l’altro gli operatori, in linea con la volontà dell’amministrazione comunale di voler dare maggiore vitalità al capoluogo con un’iniezione di eventi, considerano la loro richiesta un valore aggiunto all’accoglienza per tutti i fruitori delle iniziative che verranno programmate in centro. «Stiamo assistendo ad un cambio di passo nell’ambito degli eventi in città - conferma Breccia -, noi vogliamo solo assecondare le richieste dei clienti». «Non chiediamo chissà quali strutture - aggiunge Boari -. Semplicemente un modo per consentire a noi di lavorare tutto l’anno e dare ai clienti e ai turisti la possibilità di godere delle bellezze della città».

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