Il dg di Torrette Gozzini: «Maraldo? Non è spoil system, ma devo poter scegliere i miei collaboratori»

Il dg di Torrette Gozzini: «Maraldo? Non è spoil system, ma devo poter scegliere i miei collaboratori»
Il dg di Torrette Gozzini: «Maraldo? Non è spoil system, ma devo poter scegliere i miei collaboratori»
di Martina Marinangeli
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Giovedì 2 Marzo 2023, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 13:18

Armando Gozzini, da un mese esatto direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche: partiamo dalla cronaca. Una donna di 60 anni ha riferito di aver chiamato per ben 181 volte in un’ora il centralino per prenotare una mammografia, ma senza successo. Anche perché il centralino è operativo solo dalle 12 alle 13. Ci spiega come sia possibile?
«L’azienda ospedaliero universitaria delle Marche aveva già stabilito di ampliare entro questa settimana la fascia oraria di possibile contatto telefonico, secondo la seguente modalità: orario continuato dalle 8 alle ore 18 dal lunedì al venerdì e il sabato dalle 8 alle 14».

Nel frattempo è arrivata anche un’altra segnalazione sull’impossibilità di prenotare, a Torrette o all’Inrca, una Tac programmata. E la richiesta è per l’inizio del 2024: un problema di tempi di attesa c’è.
«L’assessore (Filippo Saltamartini, ndr) sta facendo incontri molto serrati ed elaborando un piano per le liste di attesa, che sono un problema in tutta Italia». 

L’Agenas ha conferito a Torrette il premio come miglior ospedale pubblico d’Italia: che situazione ha trovato?
«Le dinamiche sanitarie sono eccellenti e il patrimonio medico, infermieristico e degli operatori sanitari è di altissimo livello.

L’ospedale va però riorganizzato in un’ottica sempre più manageriale. Nei dipartimenti devono esserci piccoli direttori generali dell’azienda». 

Verrebbe da dire: squadra che vince non si cambia. Eppure, è stato defenestrato il direttore amministrativo Antonello Maraldo: perché?
«È stata una decisione mia, legittima rispetto al contratto in essere del direttore amministrativo». 

La decisione non è dunque figlia di uno spoils system?
«No, quando un dg viene nominato ha dei collaboratori di cui avvalersi. Sono collaboratori stretti che vanno trovati nell’ambito di un rapporto fiduciario. Inoltre, è prevista una rotazione dei dirigenti e c’è il tetto di due mandati massimi».

Il dottor Maraldo è stato rimosso da un giorno all’altro.
«È previsto dal contratto». 

Questa decisione è stata concordata con la Regione?
«No, è stata una decisione mia, nell’ambito dei miei poteri e nel rispetto del contratto. È indimostrabile che chiunque mi abbia imposto scelte o nomi».

Una sua decisione basata su che tipo di valutazione?
«Non c’è niente di personale: Maraldo è una persona sicuramente capace. Mi sono attenuto alle norme sulla rotazione dei dirigenti e sul tetto dei due mandati. Nel suo caso, li avremmo superati. Avevo informato il dottor Maraldo di questo il primo giorno che sono arrivato e gli avevo detto personalmente che ci sarebbe stato un avvicendamento». 

Ci saranno altre rimozioni ai vertici dell’ospedale? Per esempio, il direttore sanitario Claudio Martini resta?
«Martini è arrivato da poco e ha un contratto triennale. A differenza del contratto di Maraldo, non è in scadenza. Ho rispetto delle regole, ma devo anche poter scegliere i miei collaboratori in maniera libera».

È vero che la sua dirigenza a Torrette ha già una data di scadenza? Si parla di sette mesi al massimo.
«Ho firmato un contratto, quindi vuol dire che voglio restare. Non ho mai disatteso i miei impegni. Resterò per i 4 anni previsti del contratto».

Come riesce a gestire l’ospedale da pendolare, dato che vive a Milano?
«Quando ci sarà il volo diretto Milano-Ancona, sarà ancora più semplice. Ma già ora si lavora benissimo in treno. Lavoro anche di notte, alle 5 del mattino mi scrivo con l’assessore. Non ci si ferma neanche il sabato e domenica. Non mi pongo il problema delle distanze». 

Quali sono i suoi progetti futuri su Torrette?
«Intanto, questa azienda deve entrare in rete con gli ospedali delle cinque aziende territoriali. Dobbiamo essere sempre più un hub perché, se è vero che certe prestazioni di eccellenza possiamo farle solo noi, deve però esserci un rapporto di continuità con le Ast e i medici di base».

Poi?
«Ci sono tanti cantieri in corso. A partire dalla realizzazione della palazzina per gli amministrativi, ora lontana qualche chilometro e la cosa ci crea grossi problemi. Per il completamento di questa struttura, che ci farà molto comodo, ci vorranno 2 anni».

L’altro cantiere fondamentale in corso è quello per il nuovo Salesi: per quello quanto ci vorrà?
«Qualcosa in più. Ma sto cercando di rivisitare la struttura complessivamente per migliorare anche gli aspetti estetici».

Ovvero?
«L’atrio di entrata, per esempio, deve avere comfort di accessibilità e servizi di pronta disponibilità per potersi orientare. Vogliamo anche rendere meno aggressivo l’impatto dei cantieri su chi arriva in ospedale. Perché l’impressione che danno tutte queste costruzioni, disturba chi arriva. E va rimesso ordine in termini di parcheggi e viabilità».

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