ANCONA - Annullata l’ordinanza del Tribunale del Riesame: i soldi “congelati” al geometra Simone Bonci non possono essere dissequestrati. Tradotto: quasi certamente l’ex dipendente comunale, arrestato nel novembre del 2019 per corruzione, non potrà patteggiare. È stata la Corte di Cassazione a mettere il definitivo paletto a una vicenda, quella del dissequestro delle somme ritenuto provento degli episodi corruttivi, diventata un caso giudiziario negli ultimi mesi.
La richiesta
Un caso iniziato in udienza preliminare lo scorso maggio, con la richiesta di Bonci (assistito dagli avvocati Lorenza Marasca e Riccardo Leonardi) di poter accedere al patteggiamento, subordinato alla restituzione al Comune di Ancona delle somme ritenute provento del profitto del reato. In totale, l’ex dipendente dell’ufficio Manutenzioni, Frana e Protezione civile, avrebbe dovuto versare nelle casse dell’amministrazione 43.550 euro. Il dissequestro di una parte del risarcimento era stato varato dal gup. Tale provvedimento però è stato impugnato dal procuratore aggiunto Valentina D’Agostino e dal sostituto Ruggiero Dicuonzo. La palla è passata al Tribunale del Riesame che non ha accolto le istanze presentate dai due magistrati, ritenendo quindi legittimo il dissequestro delle somme ai fini risarcitori. Sembrava tutto fatto per poter accedere al tanto agognato patteggiamento. E invece no.
Il verdetto
Perché la pubblica accusa ha impugnato anche il provvedimento del Riesame, spostando la vicenda davanti ai giudici della Corte di Cassazione.