La Procura impugna il via libera del Riesame, il tesoretto di Bonci resta bloccato e il geometra non può patteggiare

Simone Bonci durante un'udienza in tribunale
Simone Bonci durante un'udienza in tribunale
di Federica Serfilippi
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Venerdì 16 Luglio 2021, 02:40

ANCONA - Il dissequestro dei soldi requisiti al geometra Simone Bonci diventa un caso. La procura ha infatti impugnato la decisione con cui il Tribunale del Riesame a maggio aveva dato l’ok per “liberare” 33mila euro, cifra necessaria all’ex dipendente comunale per poter risarcire l’amministrazione e, dunque, accedere al patteggiamento. Ora, la questione verrà trattata dalla Corte di Cassazione e rischia, in qualche modo, di “congelare” il procedimento dove Bonci è indagato per corruzione insieme a cinque imprenditori edili.

L’accesso al rito alternativo chiesto dai difensori Lorenza Marasca e Riccardo Leonardi passa dalla restituzione delle somme derivate dal presunto profitto accumulato da Bonci con gli episodi corruttivi contestati.


Il debito con il Comune
In totale, l’ex dipendente aveva stabilito nel corso dell’udienza preliminare di versare nelle casse del Comune 43.550 euro. Il dissequestro di una parte del risarcimento era stato varato dal gup Francesca De Palma. Tale provvedimento però è stato impugnato dalla procura, rappresentata dal procuratore aggiunto Valentina D’Agostino e dal sostituto Ruggiero Dicuonzo.

La passa è passata al Tribunale del Riesame che non ha accolto le istanze presentate dai due magistrati.

Sembrava tutto fatto per poter accedere al tanto agognato patteggiamento. E invece no. Perché la pubblica accusa ha impugnato anche il provvedimento del Riesame, spostando l’affaire alla Corte di Cassazione. L’udienza per la trattazione della questione è fissata per il 28 settembre. Dunque, si va verso il rinvio dell’udienza preliminare prevista per lunedì prossimo.

Si tratterà, quasi certamente, dell’ennesimo rinvio di un procedimento partito davanti al gup Francesca De Palma lo scorso 2 novembre. Tra tre giorni, Bonci e due imprenditori (Marco Duca e Carlo Palumbi) avrebbero dovuto vedersi ratificare il patteggiamento, per gli altri imputati – nel caso del rinvio a giudizio – si sarebbe prospettato il rito ordinario.

Per l’ex dipendente comunale sarebbe stata stabilita una pena di due anni e mezzo di reclusione. Insieme al geometra, a Duca e a Palumbi, nel novembre 2019 erano stati arrestati Francesco Tittarelli e Tarcisio Molini. Un quinto imprenditore, Moreno Ficola, è entrato nell’inchiesta in un secondo momento, indagato a piede libero. Il cuore dell’inchiesta? Appalti “facili” (non conclusi, mai iniziati o pagati troppo) in cambio di regali, lavori edili, o soldi. 

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