Pedopornografia on line, 432 mostri in rete. Blitz anche ad Ancona, denunciato un 40enne

Pedopornografia on line, 432 mostri in rete. Blitz anche ad Ancona, denunciato un 40enne
Pedopornografia on line, 432 mostri in rete. Blitz anche ad Ancona, denunciato un 40enne
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Giovedì 17 Dicembre 2020, 09:56

ANCONA  - Più di 400 persone indagate, 17 arresti, 18 regioni italiane coinvolte. Sono i numeri di una delle più imponenti operazioni compiute dalla Polizia Postale negli ultimi anni per contrastare la pedopornografia online. L’inchiesta, coordinata dalla procura di Milano, è arrivata a toccare anche Ancona: è stato denunciato infatti un 40enne residente nel capoluogo per detenzione di materiale pedopornografico.


L’uomo martedì ha subito la perquisizione da parte degli agenti dorici guidati dalla dottoressa Cinzia Grucci, al termine della quale gli è stata sequestrata la sim del cellulare. Scheda dove, secondo quanto emerso, erano state scaricate immagini proibite tramite chat di Whatsapp. Si tratta di pochi file, conseguenti ai download. Non sarebbero mai stati condivisi. Alcune foto, inoltre, sarebbero state cancellate subito dopo la loro apertura. Il 40enne avrebbe una posizione del tutto marginale rispetto agli altri indagati rientrati nella maxi inchiesta ribattezza dagli inquirenti “Luna Park”. Erano soprattutto su Telegram e Whatsapp i canali dove viaggiavano i file pedopornografici. Foto e video, secondo quanto contestato, ritraenti violenze sessuali su minori: bambine e bambini in tenera età e, in alcuni casi, anche neonati. 
La Polizia Postale, interessando i distaccamenti di 18 regioni e 53 province, ha identificato 432 utenti che nel corso degli ultimi due anni avrebbero sfruttato i due canali social e gruppi finalizzati alla condivisione dei file scabrosi.

In totale, sono stati individuati 159 gruppi: secondo la Postale, 16 di questi erano delle vere e proprie associazioni per delinquere, al cui interno era possibile distinguere promotori, organizzatori e partecipi, con ruoli e compiti ben definiti. Dei 432 utenti indagati, “solo” 81 hanno la residenza in Italia. Altri presunti pedofili sono stati rintracciati in varie parti del mondo. Le regioni maggiormente interessate dall’inchiesta sono la Lombardia e la Campania. In tali territori, infatti, risiede il 35 % degli indagati. Per gli inquirenti, erano due i “capi” che gestivano i gruppo: un napoletano di 71 anni e un veneziano di 20. Tra gli indagati, a livello nazionale, risultano esserci affermati professionisti, operai, studenti, pensionati, impiegati privati e pubblici, di cui un vigile urbano e diversi disoccupati, con età anagrafiche che oscillano tra i 18 e i 71 anni.

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