«Ok alla Silicon Valley ma ora l’Ultimo Miglio». Così il progetto di Rossi per Ancona è una chance da cogliere

«Ok alla Silicon Valley ma ora l’Ultimo Miglio». Il progetto di Rossi per Ancona è una chance da cogliere
«Ok alla Silicon Valley ma ora l’Ultimo Miglio». Il progetto di Rossi per Ancona è una chance da cogliere
di Stefano Rispoli
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Sabato 25 Febbraio 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 12:05

ANCONA Collegamenti. Green. Sviluppo. E turismo. La Silicon Valley abbozzata da Alberto Rossi con la sua “Eagle”, l’aquila destinata a far volare il suo Frittelli Maritime Group nell’area dell’ex Bunge da risanare, è un motore propulsore per un poker di obiettivi da cui dipende il futuro del porto. L’annuncio della maxi operazione griffata Fmg con i suoi 20mila mq di magazzini specializzati da realizzare alle spalle delle banchine 19-20-21, un impianto fotovoltaico capace di abbassare sensibilmente le emissioni e spazi da offrire alla collettività per eventi, mostre e convegni («Il più importante intervento per la logistica negli ultimi cinquant’anni», per usare le parole del creatore del progetto) scatena un uragano di aspettative e obiettivi. 


Gli effetti

Al centro c’è il porto, da implementare anche nella sua relazione con la città. «Le ricadute saranno evidenti, per Ancona e per tutti, perché non va sottovalutata la funzione pubblica della struttura che Rossi ha in mente di realizzare - commenta l’agente marittimo Alessandro Archibugi -.

Gli effetti sulla comunità, anche in termini occupazionali, saranno ancor più marcati grazie alla riqualificazione di quell’area perché significa reare spazi, di cui abbiamo estremamente bisogno nel nostro porto, e nuovi traffici. A patto che si risolva una volta per tutte il nodo delle infrastrutture, come il collegamento porto-viabilità principale: siamo ancora troppo isolati dalla città, dalle Marche e dal Paese». La sfida del futuro si chiama Ultimo Miglio, quei 3 km e di strada che connetteranno il porto al mondo, bypassando l’inferno di traffico di Torrette. «Da quarant’anni chiediamo una via d’ingresso e di uscita dal porto», ricorda Elio Libri, presidente della Società Investimento Portuali. Una rivoluzione che non può prescindere da una svolta “verde”. 

La strategia green

«Davvero il nostro può diventare il porto più green d’Italia - sostiene Paolo Baldoni, patron di Garbage Group che si occupa di pulizia e disinquinamento del mare -. Il progetto di Alberto Rossi è qualcosa di virtuoso, che garantirà importanti ricadute sul piano dell’immagine e dell’occupazione e contribuirà ad innalzare il livello qualitativo dell’imprenditoria provinciale e regionale. Il porto si è proposto di tagliare del 30% le emissioni entro il 2025 grazie all’elettrificazione delle banchine e al cold ironing e questa nuova realtà contribuirà al raggiungimento dell’obiettivo, insieme alla futura riqualificazione dell’area ex Tubimar». 

La capacità attrattiva 

«Con Eagle verrà realizzato un impianto fotovoltaico che creerà energia pulita per le navi, a beneficio della città - evidenzia Libri- ma il traguardo finale dev’essere lo spostamento dei traghetti verso la nuova darsena: significherebbe dare respiro al porto antico e restituirlo a tutti gli effetti agli anconetani». E ai visitatori, rimarca Ludovico Scortichini, ceo del tour operator Go World e presidente del Gruppo Turismo di Confindustria Marche. «Il porto del futuro dovrà essere non più solo un’area logistica per lo scambio di merci e il transito di passeggeri, ma come attrazione turistica, fulcro vitale dell’attività culturale e ricreativa e punto di partenza per il territorio. Mi piace pensare al porto di Cape Town, diventato uno dei principali asset turistici del Sudafrica». 

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