Ancona, il questore Cracovia: «Divertitevi
pure, ma nessuno sconto sulle regole»

Ancona, il questore Cracovia: «Divertitevi pure, ma nessuno sconto sulle regole»
di Emanuele Coppari
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Giovedì 27 Giugno 2019, 07:55
Divertitevi pure, ma nessuno sconto sulle regole". E' questa la sintesi del pensiero del questiore Claudio Cracovia sul tema caldissimo della movida anonetana.
Questore Cracovia. Dopo il crocevia Corinaldo, svago e sicurezza sembrano due rette parallele. Ma è possibile divertirsi rispettando le regole?
«Sì. Ma la rincorsa frenetica può condurre a dimenticarle. Si è affermata la tendenza di fare intrattenimento in locali che non sono stati realizzati per certe manifestazioni. C’è stata una proliferazione e una corsa all’emulazione, dando la falsa sensazione che se ti vuoi divertire devi trasgredire, invece devi seguire le regole».
 
Ma a volte non c’è un’eccessiva rigidità?
«Il rigore nel rispetto delle norme è sacrosanto. Vero che flessibilità e capacità di valutare le situazioni è un esercizio non sempre praticato. Si può fare divertimento e rispettare le regole. Organizzare un evento per migliaia di persone quando non c’è una determinata capienza è pericoloso. Bisogna orientarsi su strutture che abbiano ricettività e possibilità di esodo in sicurezza. E c’è un punto».
Quale?
«Bisogna pensare a gestire non solo l’emergenza ma situazioni di panico. La tragedia di Corinaldo mi ha scosso profondamente. Essere rigorosi, quasi martellanti, mette al riparo da situazioni del genere. Dobbiamo parametrare la sicurezza delle manifestazioni sulla criticità e non sulla normalità. E chi organizza eventi deve essere un professionista». 
A proposito di locali. Ha usato il pugno di ferro con alcune attività del Piano. Un modo per tenere le redini strette su un quartiere border line, con problemi di convivenza con gli stranieri?
«Vogliamo avere contezza di chi sul territorio si muove e che tipo di persone lo frequentano. In quei locali i controlli sono soprattutto sugli avventori, facciamo perquisizioni. Il quartiere negli anni si è trasformato». 
Forse in modo traumatico, senza un vero progetto d’integrazione.
«È arrivata gente che ha trovato lavoro, ha preso in affitto o comprato una casa, ha aperto attività. Il quartiere si è trasformato in modo repentino causando disorientamento e disagio in chi ci viveva già da tempo e ci vive tuttora. Si sono generate ansia e paura indipendentemente dalla situazione reale. E poi ci sono situazioni di insicurezza urbana causate dal degrado che derivano dalla maleducazione». 
Il decoro come scudo dell’illegalità. Nel recente caso dei tossici sorpresi sotto il ponte dell’asse a Vallemiano ha richiamato l’amministrazione a ripulire l’area. Sindaci sotto tiro?
«Il degrado, se non si interviene, può degenerare persino in problemi di ordine pubblico. Su questo c’è sintonia con la prefettura, e le mie sollecitazioni sono state raccolte dal Comune che sta provvedendo. È una frontiera contro l’insicurezza percepita: migliorare l’ambiente circostante». 
Percezione della sicurezza, questa sconosciuta. Poi magari i dati sui reati sono in calo, vedi i furti. 
«È così. La tendenza di furti in abitazione e altri reati predatori è incoraggiante, sono in calo. Ma un furto che si trasforma in rapina perché i proprietari sono in casa non vale uno, fa statistica a sé».
La certezza della pena non vi aiuta, è così? 
«Rappresenta un dibattito tuttora aperto, tuttavia noi non possiamo fare altro che applicare e far rispettare le leggi». 
Passiamo ai giovani. Writer, bulli, pusher: che succede ai ragazzi? 
«L’intervento repressivo sanziona qualcosa che non ha funzionato prima, è sopratutto un problema educativo. Bisogna arrivare ai ragazzi suscitando il loro protagonismo, così riflettono di più». 
E capiscono che non ci si diverte sballandosi con l’alcol.
«Saremo molto attenti a chi somministra bevande alcoliche ai minorenni». 
La droga vi preoccupa? 
«Sì. Il consumo di droga non tende a diminuire. Peraltro gli spacciatori adottano accorgimenti al fine di incorrere, se colti sul fatto, in pene più lievi».
Capitolo stalker. In questura lo sportello in difesa delle donne funziona parecchio. Segno che le vittime stanno uscendo dal guscio? 
«C’è una tendenza a venire allo scoperto. Le campagne di sensibilizzazione puntano a far uscire le vittime dalla logica di sentirsi ingiustamente colpevoli. Ci permettono di prenderci in carico le situazioni prima che degenerino». 
Un messaggio per l’estate? 
«Che sia all’insegna dello svago e del divertimento, ma con la testa sulle spalle, ricordando che il nostro diritto finisce dove inizia quello degli altri». 
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