Molestie su due ragazzine e materiale pedopornografico nel computer: bancario a processo

Molestie su due ragazzine e materiale pedopornografico nel computer: bancario a processo
Molestie su due ragazzine e materiale pedopornografico nel computer: bancario a processo
di Federica Serfilippi
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Martedì 8 Marzo 2022, 06:00

ANCONA - Foto proibite nei dispositivi informatici e molestie nei confronti di due ragazzine minorenni. È finito davanti al giudice per le indagini preliminari con le accuse di detenzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale il 52enne anconetano arrestato e portato in carcere dalla Squadra Mobile nella primavera nel 2020. 

Ieri mattina si è aperto il procedimento a carico dell’uomo, difeso dagli avvocati Mario Scaloni e Massimo Maria Vergari.

I legali avevano chiesto di poter procedere con il rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica. Istanza rigettata dal gup Francesca De Palma. Si procederà con un abbreviato “secco”. La discussione inizierà il 2 maggio. Parti civili, attraverso l’avvocato Roberta Montenovo, sono i genitori della ragazzina che aveva denunciato gli abusi. All’epoca dei fatti non aveva ancora compiuto 14 anni. Erano state le confidenze fatte a una zia a mettere in moto le indagini della polizia e a far poi scattare l’arresto nei confronti del 52enne, nel frattempo tornato libero. 

La testimonianza

Ascoltata in forma protetta in questura con vicino una psicologa, la ragazzina aveva descritto gli abusi subiti, delineando i contorni di un incubo cominciato proprio a causa della “familiarità” del 52enne, un uomo che frequentava spesso casa dei genitori della vittima. Tra le mura domestiche, quando non erano presenti il padre e la madre dell’adolescente, si sarebbero consumate le violenze contestate dalla procura. Non ci sarebbero mai stati rapporti sessuali completi. A denunciare le molestie subite, in corso di indagine, era stata anche una seconda ragazzina, figlia di conoscenti. All’epoca, lei aveva 13 anni. L’imputato, impiegato in banca, respinge in toto le accuse di violenza sessuale: non avrebbe mai toccato in maniera proibita le due adolescenti. Le versioni fornite dalle vittime, stando alla difesa, sarebbero inattendibili e non veritiere. Per quanto riguarda l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico, il pm Rosario Lioniello contesta il possesso in vari dispositivi informatici di centinaia di foto illecite. I file scabrosi ritraenti minori erano stati trovati nel corso della perquisizione domiciliare fatta scattare dopo la denuncia di violenza sporta dalla minore. Proprio per la detenzione dei file era scattato l’arresto in flagranza. Nel corso dell’udienza di convalida, l’imputato aveva ammesso la paternità delle foto illecite. Per questo, ha iniziato un percorso di cura al Centro di salute mentale. 

Gli indizi

Sotto sequestro, all’epoca della perquisizione, erano finiti anche dei biglietti “auto accusatori”, dove – stando alle risultanze d’indagine – il 52enne appuntava i dettagli degli incontri avuti con una delle due ragazzine. Gli agenti avevano pure trovato nell’auto dell’uomo un machete e una mazza da baseball. «Mi servono per difendermi» aveva detto l’impiegato, senza spiegare ai poliziotti da chi doveva proteggersi. 

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