Ancona, mancata diagnosi, muore a 49 anni. Ai familiari va un maxi risarcimento

Ancona, mancata diagnosi, muore a 49 anni. Ai familiari va un maxi risarcimento
Ancona, mancata diagnosi, muore a 49 anni. Ai familiari va un maxi risarcimento
di Federica Serfilippi
3 Minuti di Lettura
Martedì 30 Maggio 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 15:16

ANCONA Va al Pat dell’ospedale di Loreto con un forte dolore al torace. Viene dimesso e muore nel giro di 24 ore per una dissecazione acuta dell’aorta del cuore. A distanza di quattro anni dalla tragedia, il decesso risale al 25 giugno 2019, l’Asur Marche-Area Vasta 2 (ora Ast) dovrà sborsare 323.951mila euro. Beneficiari saranno i familiari della vittima, un 49enne milanese che quell’estate si trovava nelle Marche in vacanza, ospite di una struttura ricettiva di Loreto. 


L’inchiesta

La condanna è stata stabilita dal giudice civile Federica Minervini, dopo il ricorso presentato dai parenti del 49enne, assistiti dall’avvocato del Foro di Milano Giovanni Giorgino.

Sul caso era stata aperta anche un’inchiesta penale per omicidio colposo, poi archiviata dalla procura. Il giudice civile, per emettere la sentenza di risarcimento, si è basato sulla relazione dei consulenti tecnici d’ufficio che hanno ricostruito i fatti a partire dall’accesso del paziente al Punto di Assistenza Territoriale dell’ospedale di Loreto e agli accertamenti eseguiti sul posto la mattina del 24 giugno 2019. Con il dolore al torace e un episodio di vomito, il personale sanitario aveva effettuato degli esami di routine per poi dimettere il 49enne con il consiglio di una dieta leggera e una maggiore idratazione. Gli era stata prenotata una Tac all’addome per il 27 giugno all’ospedale di Osimo. La mattina del 26 giugno, invece, il paziente era stato ritrovato morto nella sua stanza. L’esame autoptico ha collocato la morte non oltre la mezzanotte del 25 giugno. 

La relazione tecnica

Stando ai consulenti, «sulla base della sintomatologia riferita dal paziente il primo sospetto diagnostico da confermare (o escludere) era quello della sindrome coronarica acuta». Gli stessi, come riporta il giudice nella sentenza, avrebbero «dovuto completare gli accertamenti attraverso l’esclusione di altre possibili e temibilissime cause di dolore toracico, tra cui la dissezione aortica». Sarebbe stato il caso, questo si desume dalla relazione, di inviare il paziente a Torrette. 

Le considerazione

Nonostante le condotte ritenute omissive, per il giudice «non è ravvisabile un nesso eziologico tra la condotta della struttura e dei sanitari e l’evento morte». Si può parlare, però, di «perdita di chance di sopravvivenza» in «una forbice compresa tra il 40 e il 50%». In definitiva, «non si può escludere che una diagnosi tempestiva avrebbe consentito di candidare» il paziente all’intervento chirurgico per cercare di sanare la dissecazione aortica. Valutato tutto questo, il giudice ha valuto il risarcimento in poco più di 300mila euro per la madre, il figlio e i fratelli del 49enne. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA