Ancona, mamma morta di parto:
ministero manda gli ispettori al Salesi

Ancona, mamma morta di parto: ministero manda gli ispettori al Salesi
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 28 Agosto 2019, 10:16

ANCONA - Una tripla inchiesta per fare luce sulla morte della 34enne tunisina spirata sabato notte al Salesi, dopo aver partorito un feto senza vita. Oltre alla procura e all’azienda sanitaria, gli accertamenti sul caso verranno eseguiti anche dal Ministero della Salute. Il dicastero coordinato dal ministro Giulia Grillo ha infatti ha disposto l’invio degli ispettori per chiarire i contorni della tragedia avvenuta nella sala parto della Clinica di Ostetricia e Ginecologia.

In ospedale alla fine della gravidanza. Il feto non è vivo, muore anche la madre

Mamma e feto morti: doppia indagine. Ipotesi embolia polmonare

L’invio della squadra di esperti è stata annunciata ieri pomeriggio da una nota diramata dal Ministero della Salute: «A seguito del decesso di una donna di 34 anni, avvenuto nella notte tra sabato 24 e domenica 25 agosto scorso presso il punto nascita dell’Ospedale Salesi di Ancona durante il travaglio indotto per espulsione di feto premorto, il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha disposto l’invio della task force degli ispettori per accertare quanto accaduto nel nosocomio marchigiano». 
 
Il personale degli Ospedali Riuniti è a disposizione del Ministero: «Abbiamo già preparato una relazione da destinare agli ispettori - spiega il direttore generale Michele Caporossi -. Ci è stata chiesta, per conto del Ministero, dalla direzione del Servizio Salute della Regione. Che vengano a fare accertamenti è la normalità, soprattutto per i casi dei percorsi nascita. Attendiamo chiarimenti dall’autopsia. Allo stato l’ipotesi più probabile è che il decesso della paziente possa essere stato causato da un’embolia polmonare amniotica, un evento molto raro in medicina». Intanto che gli ispettori mettano piede nella città dorica (il loro arrivo è previsto per la prossima settimana), proseguono le indagini della procura. 
Il fascicolo è nelle mani del pm Serena Bizzarri dopo essere stato gestito nelle primissime battute dal pm Irene Bilotta. È stato aperto con l’ipotesi di reato di omicidio colposo legato alla morte della 34enne Zohra Ben Salem, residente con il marito e due figli piccoli a Loreto. Il prossimo passo dell’iter investigativo è l’esecuzione dell’autopsia sul corpo della vittima. Prima di svolgere l’accertamento, la procura potrà decidere se mettere penna al registro degli indagati, ancora vuoto, oppure no. In caso positivo, gli inquisiti a loro tutela valuteranno la possibilità di affidarsi a un consulente di parte per assistere all’autopsia. Il corpo della tunisina si trova attualmente all’obitorio di Torrette, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Nessun accertamento, invece, è stato previsto per il feto morto in utero. Ha smesso di vivere quando Zohra era alla 38esima settimana di gestazione. Aspettava una femmina. Doveva essere il terzo figlio della coppia. Tra gli altri passi della procura c’è mettere a verbale le persone informate sui fatti. Durante il parto di sabato notte, qualcosa è andato storto nelle fasi espulsive, quelle più delicate per una paziente. Il collasso della donna sarebbe avvenuto all’improvviso e in maniera imprevedibile. Sono stati tutti vani i tentativi di salvarle la vita.
Niente battito
La donna soffriva di diabete gestazionale. Sabato mattina, si è recata al pronto soccorso perché non sentiva più la bimba scalciare. Monitoraggio ed ecografia hanno mostrato come non ci fosse più battito. Da lì, la decisione dei medici di indurle un parto vaginale e di non procedere con il cesareo. Nel cuore della notte è avvenuta la tragedia.

Il marito di Zohra, Mohamed Safi, ha incaricato gli avvocati Michele Pagano e Stefano Massaccesi di seguire il caso. «Voglio verità e giustizia per la morte di mia moglie. Sarà difficile per me e per i miei figli andare avanti senza di lei. Era il cuore della nostra casa».

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