ANCONA Il destino del Lazzabaretto e dell’arena cinema all’aperto alla Mole Vanvitelliana è ancora appeso ad un filo. I lavori a rilento sul ponte d’accesso alla Banchina da Chio, lato Rivellino, avrebbero in verità già espresso sentenza di morte per la stagione estiva 2024. «Il cantiere non terminerà per maggio, andranno avanti più a lungo» ha annunciato martedì scorso in VI Commissione l’assessora alla Cultura, Anna Maria Bertini. Ergo: lo spazio aggregativo dell’estate anconetana non potrebbe inaugurare le sue attività, così come il cartellone del cinema al Canalone della Mole. Ma c’è una soluzione che starebbe circolando tra i corridoi di Palazzo del Popolo. Ovvero: posticipare la chiusura di due portelloni del pentagono Vanvitelliano. Quello che affaccia sul parcheggio ai piedi di Porta Pia e l’altro che collega il Canalone con la Banchina da Chio, così da consentire l’accesso e il deflusso dell’utenza e garantire, quindi, la prosecuzione degli appuntamenti estivi sia del bar che del cinema.
La soluzione
Il coprifuoco per la chiusura dei varchi è solitamente fissato per mezzanotte, salvo, almeno in passato, in concomitanza di spettacoli nella corte interna che richiedono una proroga sugli orari. Ma considerato che per la prossima estate, causa lavori alla Mole, lo stage per i concerti non è previsto, resta a mezzanotte la chiusura dei portelloni. A meno che il Comune non dia a Mobilità & Parcheggi, società che gestisce i servizi alla Mole, tra cui la guardiania, ulteriori e diverse disposizioni. «Per noi non c’è alcun problema - fa sapere la società a partecipazione comunale per voce del suo amministratore unico, Andrea Corinaldesi -.
Corsa contro il tempo
Resta, dunque, aperto uno spiraglio per la sopravvivenza delle uniche due proposte serali rimaste a baluardo dell’aggregazione giovanile (ma non solo) alla Mole Vanvitelliana. In effetti far saltare, in un colpo solo, cinema e Lazzabaretto, per un problema di gestione di un cantiere, sarebbe un autogol per l’amministrazione comunale. Già che la proposta estiva in città è un sincero invito a rivolgersi altrove, perdere anche quel poco che è rimasto equivale a somministrare l’eutanasia ad un corpo in condizioni critiche. Intanto il tempo corre, se il Comune vuole davvero salvare l’estate anconetana alla Mole, deve muoversi. Perché chi programma eventi lavora in anticipo di mesi.