Lampioni storici, che beffa per piazza Diaz: dopo due anni ancora sono in magazzino

Lampioni storici, che beffa per piazza Diaz: dopo due anni ancora sono in magazzino
Lampioni storici, che beffa per piazza Diaz: dopo due anni ancora sono in magazzino
di Claudio Comirato
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Lunedì 14 Dicembre 2020, 07:40

ANCONA  - Erano stati rimossi nell’ottobre del 2018 per sottoporli a lavori di manutenzione, ma a distanza di oltre 2 anni i lampioni di piazza Diaz non sono ancora tornati al loro posto. Come se non bastasse, in questa sorta di telenovela, ad un certo punto si erano perse anche le tracce dei lampioni, risalenti agli anni Trenta, che da sempre hanno decorato con i loro 8 metri di altezza e le tre campane finali la stessa piazza Diaz nel cuore del rione Adriatico. Poi sono spuntati in un magazzino all’aperto di Anconambiente.

Per il restauro occorrono circa 25mila euro, già il presidente di Anconambiente aveva annunciato un ritorno in piazza nella primavera del 2020.

La primavera è passata, e così pure l’estate, ma i lampioni non sono tornati. Lo stesso presidente Antonio Gitto prova a spiegare i motivi: «Rispetto a quanto programmato, appare evidente che siamo in ritardo sulla tabella di marcia. Le cause sono da attribuire al Covid, che di fatto ha bloccato le attività produttive per diversi mesi ma anche le officine che effettuano questi restauri. Stiamo parlando di personale specializzato proprio per questo tipo di lavori». 


Continua Gitto: «Da metà agosto ci siamo ritrovati a gestire una situazione di emergenza sul fronte dell’illuminazione pubblica. Buona parte delle migliaia di lampade che illuminano la città sono state danneggiate dalla grandinata che si è abbattuta su Ancona». E allora, «questa è stata la nostra priorità in fatto di interventi». Per quello che riguarda i lampioni, «abbiamo un paio di preventivi e a breve verrà assegnato il lavoro, così potremo riposizionarli in piazza Diaz dove sono sempre stati». Conclude Gitto: «Quello di Anconambiente è un impegno formale, i lampioni torneranno nel patrimonio culturale della città».

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