Traffico di rifiuti, appalti pilotati e tangenti: indagine chiusa, tremano in undici. Coinvolti imprenditori e amministratori pubblici in Vallesina

Traffico di rifiuti, appalti pilotati e tangenti: indagine chiusa, tremano in undici. Coinvolti imprenditori e amministratori pubblici in Vallesina
Traffico di rifiuti, appalti pilotati e tangenti: indagine chiusa, tremano in undici. Coinvolti imprenditori e amministratori pubblici in Vallesina
di Federica Serfilippi
4 Minuti di Lettura
Giovedì 1 Febbraio 2024, 07:04 - Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 07:42

ANCONA - Tonnellate di rifiuti smaltiti in maniera illecita, appalti pilotati e tangenti per chiudere un occhio sui conferimenti proibiti. Si muove lungo questi tre filoni l’indagine chiusa nei giorni scorsi dalla procura e che fa tremare 11 persone. Di queste, 5 lo scorso ottobre erano state raggiunte dalle misure cautelari (una in carcere, le altre ai domiciliari, tutte poi cadute). Erano scattate nei confronti di 2 imprenditori (Danilo Gambini, procuratore della società jesina Nuova Edil System srl, e la sorella Lory, amministratore unico della ditta) e di 3 appartenenti alla pubblica amministrazione: Sergio Dolciotti, direttore tecnico di JesiServizi, Filippo Picchini, ingegnere che collabora con l’Ast di Ancona, e Alessandro Gasparetti, funzionario dell’area tecnica dell’Inrca.

I ruoli

Tra i 6 indagati a piede libero - per cui le contestazioni sono meno gravose - ci sono il custode giudiziario dell’ex Cascamificio di Jesi, l’ex amministratore unico di JesiServizi, un dirigente Ast, due imprenditori e un ingegnere collaboratore della Nuova Edil. Vasto il campo delle accuse, contestate a vario titolo: traffico illecito di rifiuti, corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, peculato e truffa. Le indagini dei forestali si sono concentrate sugli abbandoni di rifiuti in aree non autorizzate (tra cui l’ex cava di Moreggio e le pertinenze di un asilo) e sui conferimenti illeciti al Centro Ambiente di Jesi, dove sarebbero passate in poco meno di tre anni più di 1.600 tonnellate di scorie vegetali e da demolizione. I conferimenti, stando all’accusa, sarebbero avvenuti a spese della partecipata (24mila euro). Al Centro Ambiente sarebbero finiti anche i rifiuti provenienti dall’ex Cascamificio di Jesi, fabbrica dismessa dove un tempo si lavoravano i tessuti e la cui bonifica era stata appaltata (165mila euro + Iva) alla Nuova Edil System. Un lavoro affidato, sostiene l’accusa, con la complicità del custode giudiziario della struttura, Mirko Vannucci, il quale avrebbe fornito alla ditta i dettagli dell’offerta presentata da un’altra società invitata alla gara, consentendo così ai Gambini di predisporre un progetto ad hoc. Per il favore, al professionista sarebbero stati scuciti nel dicembre del 2022 5mila euro, soldi però restituiti ai due fratelli. Nello stesso Cascamificio, inoltre, sarebbero stati tombate 72 tonnellate di rifiuti.

Le tangenti, sempre secondo la ricostruzione accusatoria, sarebbero finite anche nelle mani di Dolciotti: a fronte della promessa di denaro (circa 1.500 euro) il funzionario si sarebbe attivato per rinnovare alla Nuova Edil un appalto per il trasporto di rifiuti dal Centro Ambiente e per far conferire circa 50 tonnellate di scorie provenienti dall’ex Cascamificio. Salvatore Pisconti, ex amministratore JesiServizi, è accusato di traffico illecito di rifiuti (per i conferimenti alla discarica jesina) e di turbata libertà del procedimento di scelta: assieme a Dolciotti averebbe favorito i Gambini nell’acquisito di una gru a ragno, svenduta per 550 euro e poi rimessa sul mercato dai fratelli per 16.500 euro. Il peculato viene contestato a Dolciotti in concorso con i Gambini sia per la storia della gru, che per l’utilizzo indebito da parte dei due imprenditori di alcuni mezzi di JesiServizi.

L’altra tranche

Il filone degli appalti sanitari è sostenuto dalle accuse di truffa, corruzione e induzione indebita a dare o promettere utilità. La procura sostiene l’elargizione di regali e soldi da parte dei Gambini ai referenti delle aziende sanitarie per essere favoriti nell’assegnazione degli appalti. Riguardavano opere di manutenzione, come il Sert di Jesi, o l’affidamento del servizio di spazzaneve per alcuni presidi sanitari. Gasparetti avrebbe in un’occasione gonfiato con l’ingegnere Giorgio Lenti i costi di manodopera, consentendo alla Nuova Edil un profitto da 7mila euro. Nel mirino anche altri 2 imprenditori: per l’accusa a uno Gasparetti avrebbe chiesto di fare alcuni lavori idraulici gratis a casa sua; a un altro Dolciotti avrebbe chiesto la stessa cosa (gratis o a un prezzo irrisorio) nella prospettiva dell’ottenimento di un appalto. I Gambini avrebbero elargito soldi anche a Claudio Tittarelli, dirigente Ast. Gli indagati potranno chiedere di farsi ascoltare in procura o depositare una memoria difensiva.